F1: Pierre Gasly rischia la squalifica per un GP. Ma perché è nato questo sistema?
Ma perché questo sistema fu introdotto in F1 nel 2014? Il casus belli della decisione fu Romain Grosjean. Il francese saltò il Gran Premio d’Italia 2012 per un incidente in partenza a Spa in cui fece piazza pulita di una serie di avversari, tra cui Fernando Alonso. Questa sanzione durissima, in realtà, non era dovuta solo al caso in questione. Nel corso della stagione, Grosjean era stato protagonista di diversi incidenti in partenza, culminati con il pericolosissimo scontro con Alonso, miracolosamente uscito illeso dallo schianto.
Dall’introduzione dei punti sulla patente, diversi piloti sono arrivati vicini alla squalifica, ma nessuno l’ha mai subita. Il caso di Gasly è spinoso perché il futuro pilota dell’Alpine dovrà essere integerrimo fino al maggio del prossimo anno, quando scadranno i due punti che gli furono comminati in Spagna per aver mandato in testacoda Lance Stroll. Gasly ha riservato un trattamento simile a Sebastian Vettel in Austria, con altri due punti di penalità, a cui se n’è sommato un terzo per il mancato rispetto dei track limits.
Servirà la massima prudenza, anche perché verrebbe da supporre che i commissari abbiano il mirino puntato su di Gasly dopo le forti dichiarazioni di Pierre in seguito al suo incontro ravvicinato con una gru a Suzuka. A pensar male si fa peccato, però la penalità piuttosto severa arrivata ad Austin suggerirebbe una certa attenzione su Gasly post Giappone. E la strada per giungere al maggio del prossimo anno senza intoppi è lunga.
In collaborazione con Automoto.it