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F1, Ecco i motivi del divorzio fra Mick Schumacher e la Haas

f1, ecco i motivi del divorzio fra mick schumacher e la haas

F1, Ecco i motivi del divorzio fra Mick Schumacher e la Haas

Gli addii lasciano sempre l’amaro in bocca e non fa eccezione il divorzio fra Mick Schumacher e la Haas. Dopo due stagioni in cui l’amore non è sbocciato, è emersa tutta l’amarezza di Mick dopo la separazione e il probabile abbandono dalla F.1, ammesso che gli appoggi politici di cui ha goduto finora non gli lancino quel salvagente che lo possa tenere in qualche modo legato al circus iridato. Purtroppo Mick ha pagato lo scotto di un nome pesante e di aspettative troppo alte rispetto ai mezzi a disposizione. Il solo nome Schumacher è ancora magico per molti e più che il cronometro ha contato l’affetto per il padre e per questo ragazzo che, dal punto di vista umano, è davvero unico. Educato, rispettoso, per bene verrebbe da dire nel senso più ampio del termine.

 

Una gran bella persona, mai sopra le righe e sempre educato con tutti, con la stampa, i meccanici e gli amici di un tempo. A Vicenza, quando correva con la PreMa Racing, aveva instaurato degli ottimi rapporti, complice anche il fatto di essere lontano dai riflettori. In F.1, purtroppo, non succede. E gara dopo gara, incidente dopo incidente, chiaro sintomo di chi spinge ma oltre certe prestazioni non va, alla fine è arrivato il conto. Certo, Nico Hulkenberg è una scelta discutibile per un team che cerca un futuro, ovvero un pilota che ha già dato molto e che ha poco da aggiungere se non esperienza. Ma per quello c’erano altre opzioni in giro che la Haas non ha preso in considerazione. Si vede che le spinte giuste sono state superiori a quelle che poteva vantare Mick Schumacher.

f1, ecco i motivi del divorzio fra mick schumacher e la haas

Detto del profilo umano di Schumi jr, un esempio per tanti ragazzi perché davvero positivo, in F.1 vige la legge delle prestazioni. O le hai o sei fuori. Non ci sono alternative. Se il confronto era con Mazepin, fra debuttanti non ha sfigurato, anche se ha sbattuto più del russo. Appena arrivato Magnussen, che non è certo fra i più veloci del lotto, sono emerse tutte le difficoltà di Schumacher, culminate nel doppio botto Jeddah Montecarlo e in Giappone a bocce ferme. Troppo per un team che deve far quadrare i conti e i soldi arrivano dai punti. Quelli portati da Magnussen e solo dal GP d’Austria anche da Schumacher. Questo spiega perché la squadra ha deciso di lasciarlo libero, complice anche la decisione della Ferrari di non averlo nella sua squadra della Driver Academy.

 

E’ successo a lui, ma in passato anche ad altri. Pensiamo a Bruno Senna, altro nome pesante, su cui c’erano tantissime aspettative. O Nelson Piquet jr, Giuliano Alesi, Nicholas Prost tanto per citarne alcuni. Le eccezioni sono rare, vedi Damon Hill, Jacques Villeneuve o Max Verstappen e Nico Rosberg, il resto è fatto da un fardello pesante che ti schiaccia sempre più e ti impedisce di correre in scioltezza. Adesso, smaltita l’amarezza per un divorzio che era già scritto nell’aria da tempo, la speranza è che Mick possa ritrovare la serenità per continuare la sua strada di uomo, che viene sempre prima del pilota, e possa essere orgoglioso di quanto ha fatto, perché i titoli F.3 e F.2 li ha vinti, e ha pure corso in F.1, obiettivo sogno di molti ma realizzato da pochi.

In collaborazione con Automoto.it

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