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F1 | Alfa Romeo: più rapida in qualifica, ma soffre la gomma dura

L’inizio di stagione ha visto un’Alfa Romeo procedere a corrente alternata, forte in Bahrain, più in difficoltà in Arabia Saudita. L’ottavo posto conquistato da Valtteri Bottas a Sakhir, con Zhou Guanyu ai margini della top ten prima di siglare il giro veloce per “rubare” il punto aggiuntivo all’Alpine, aveva lasciato sensazioni positive per la squadra del Biscione.

L’obiettivo era quello di confermarsi in lotta per la zona alta della midfield anche nelle tappe successive, proprio a partire dall’appuntamento di Jeddah, seppur quest’ultimo presentasse caratteristiche differenti dal Bahrain. Tuttavia, il weekend della scuderia svizzera si è dimostrato ben più complesso a partire dal venerdì, giornata dedicata ai test per estrarre ulteriore potenziale da una monoposto sostanzialmente nuova.

Alla nuova veste cromatica, con il rosso che si pone in contrasto al grigio scuro opaco, il team ha abbinato un aspetto aerodinamico rinnovato che ha coinvolto in particolar modo la zona delle fiancate. La scuderia ha infatti deciso di abbandonare le pance alte in favore di una soluzione che riprende le forme Red Bull del 2022.

“Venerdì abbiamo avuto qualche difficoltà. Stavamo facendo dei test, cercando di esplorare diverse aree della configurazione della vettura per vedere se potevamo ottenere di più. Abbiamo visto dei miglioramenti in alcune aree, ma abbiamo perso troppo in altre”, ha spiegato Xavi Pujolar, il capo delle operazioni in pista del team.

In Arabia Saudita, infatti, il team si era presentato con un’ala anteriore e posteriore rivista nel disegno del mainplane al fine di migliorare le velocità di punta in rettilineo, uno dei problemi riscontrati a Sakhir rispetto ai principali competitor. Nel corso del weekend il team ha giocato sui livelli di carico, effettuando delle prove sia con il gurney flap che senza, ma poi si è scelto di fare un passo indietro tornando a delle caratteristiche in termini di set-up più simili a quelle usate in Bahrain.

“Poi siamo tornati indietro sabato. In termini di prestazioni, direi che in qualifica siamo stati uguali o addirittura un passo avanti rispetto al Bahrain. Sabato eravamo vicini alla Q3 e tutti erano molto vicini. Sempre sabato, direi che sfidando la McLaren e avvicinandoci all’Alpine, abbiamo potuto vedere del potenziale e battere l’altro concorrente. La Haas in generale è stata veloce in un giro cronometrato, ma poi ha faticato di più nel ritmo di gara. Avevamo quindi pensato che la nostra gara sarebbe stata almeno in lotta con la McLaren”.

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Confronto telemetrico tra il miglior giro di Bottas in qualifica nel 2022 e nel 2023 nel GP dell’Arabia Saudita.

Photo by: Gianluca D’Alessandro

Analizzando le telemetrie del giro più veloce di Valtteri Bottas in qualifica, emerge come rispetto all’anno passato, quando la C42 si presentò in Arabia Saudita con ali molto cariche, la nuova monoposto sia riuscita a migliorare le proprie velocità di punta, ma senza peggiorare in maniera significativa le prestazioni in curva.

Indubbiamente il tempo complessivo del primo settore verge a favore della monoposto 2022, ma in un primo settore in cui a fare la differenza è soprattutto il bilanciamento nelle curve più rapide, l’essere riusciti a mantenere prestazioni simili con ali meno cariche sembra essere un segnale positivo. È infatti bene ricordare che uno dei punti deboli della vettura della passata stagione risiedeva proprio nella rapidità nelle sequenze veloci, motivo per il quale durante l’inverno si è lavorato duramente per migliorarne le caratteristiche.

Nel frattempo, tuttavia, anche le altre squadre sono riuscite a effettuare un passo in avanti considerevole, riducendo il delta in termini di peso dalla vettura su cui poteva contare l’Alfa Romeo a inizio 2022, quando aveva la monoposto più leggera del gruppo.

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Valtteri Bottas, Alfa Romeo C42

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Valtteri Bottas, Alfa Romeo Racing C43

Se in qualifica questo approccio ha dato effettivamente i benefici, riuscendo a trovare miglior velocità di punta sui rettilinei, in gara si è pagato il dazio, specie in aria sporca. Per quanto quello di Jeddah non sia un tracciato particolarmente aggressivo in termini di usura per gli pneumatici, una volta che ci si ritrova in scia, le gomme iniziano a scivolare perdendo grip, aspetto che si è visto anche in casa Ferrari.

Dopo una buona partenza, infatti, Zhou si è ritrovato nel traffico, perdendo anche la posizione su Kevin Magnussen, che nel frattempo si era fermato per montare la mescola hard anticipando la sosta. L’entrata della Safety Car ha ulteriormente penalizzato il pilota cinese, consentendo a Yuki Tsunoda e Alex Albon di uscirgli davanti dopo il pit stop.

Ben consapevoli della difficile situazione, con posizioni ormai già perse senza poter combattere, gli ingegneri dell’Alfa Romeo avevano deciso di cambiare piano, richiamando lo stesso Zhou ai box per montare un’altra gomma media e differenziare la strategia rispetto ai rivali, liberandosi di quella mescola hard con cui non avevano trovato il giusto feeling.

“In gara abbiamo faticato un po’ di più con il grip, più di quanto ci aspettassimo. Tutti sono così vicini che non appena si perde un po’ di ritmo si fa fatica a tornare a lottare per i punti”, ha spiegato Pujolar indicando le difficoltà evidenziate da Zhou una volta entrato nel traffico.

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Zhou Guanyu, Alfa Romeo Racing C43

Photo by: Alfa Romeo

“Il ritmo che avevamo oggi non era buono come quello di ieri in qualifica. Quindi dobbiamo capire se è un problema di aderenza, di potenza, dobbiamo analizzare i concorrenti e vedere cosa possiamo fare. Ma al momento non credo che dobbiamo preoccuparci troppo. Tutto è ancora molto compatto e anche se siamo fuori dai punti, non ci vuole molto per rientrare nei punti la prossima settimana. Quindi siamo fiduciosi di poter tornare a Melbourne a lottare per i punti”.

Più complessa la corsa di Valtteri Bottas, penalizzata da una qualifica non entusiasmante, così come da un danno alla vettura che creava un eccessivo pattinamento al posteriore penalizzando la resistenza degli pneumatici.

Se in Bahrain la performance sulla lunga distanza si era rivelata migliore di quella sul giro secco, fattore che in parte si era già visto l’anno passato, in Arabia Saudita si è presentata una situazione all’opposto, per cui ci si è chiesti se, in tracciati del genere, possa essere più conveniente sacrificare parte del passo per favorire la qualifica.

f1 | alfa romeo: più rapida in qualifica, ma soffre la gomma dura

“Può cambiare da gara a gara, ma qui a Jeddah direi che la nostra gara non è stata buona come volevamo. Penso che in qualifica abbiamo avuto prestazioni migliori, ma il modo in cui è andata la gara o il ritmo che abbiamo avuto oggi non era previsto in questo modo. Avremmo dovuto avere un passo migliore e una migliore aderenza oggi, dobbiamo capire perché non è successo, ma troveremo una soluzione”, ha aggiunto il capo delle operazioni in pista del team.

Così come per la Ferrari, anche la squadra del Biscione ha incontrato difficoltà nel far funzionare la mescola più dura, evidenziando uno scivolamento eccessivo che l’ha spinta a ritornare sulla media per lo stint conclusivo. Tuttavia, rimanendo nel traffico con il passare dei giri la hard ha iniziato a soffrire di un consumo più contenuto e a diventare più competitiva, lasciando l’Alfa Romeo nella terra di nessuno.

“[Dopo la prima sosta] abbiamo perso la posizione a favore di Magnussen e stavamo scivolando troppo con le dure. Per questo motivo, abbiamo deciso di cambiare le medie per cercare di capire se potevamo tornare a lottare per i punti. Oggi non è stato possibile e dobbiamo capire perché”.

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