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Euro 7 – Tavares: “Non ha senso investire su tecnologie che si vuole vietare”

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Euro 7 – Tavares: “Non ha senso investire su tecnologie che si vuole vietare”

Carlos Tavares torna a lanciare un chiaro avvertimento sui prossimi standard Euro 7, ribadendo la sostanziale inutilità di investire su una tecnologia destinata non solo a essere vietata dalle autorità europee, ma anche a venire abbandonata dalla maggior parte delle Case automobilistiche, quantomeno in Europa. “Perché dobbiamo utilizzare le nostre risorse per una tecnologia che vogliamo bandire? Non ha senso”, ha affermato l’amministratore delegato di Stellantis intervenendo all’Automobilwoche Kongress di Berlino.

Un favore ai cinesi. Tavares ha sottolineato un ulteriore aspetto negativo per il settore automobilistico europeo. “Non credo ha spiegato – che l’Europa abbia bisogno dell’Euro 7: la nuova normativa distoglierà parte dei nostri sforzi in ricerca e sviluppo per dirottarla su qualcosa di cui non abbiamo bisogno, mentre i nostri concorrenti cinesi entrano nel mercato con l’unica tecnologia dei veicoli elettrici a batteria”. Dunque, si rischia anche di favorire i concorrenti del Dragone. Il manager lusitano non è comunque nuovo a manifestare la sua contrarietà nei confronti delle nuove normative e la convizione che possano rappresentare “un diversivo” controproducente rispetto all’obiettivo ormai prioritario dell’elettrificazione. A tal proposito, già al recente Salone di Parigi era stato chiaro: “Da un punto di vista industriale non ne abbiamo bisogno, perché andrà ad assorbire energie e risorse che dobbiamo destinare all’elettrico. Spendere ore di progettazione e capitali per creare un altro step normativo per le endotermiche da raggiungere nel 2027-2028 non ha molto senso in un momento in cui si sta spingendo sull’elettrificazione. Anzi, è totalmente controproducente: oggi qualsiasi discorso sull’Euro 7 è dogmatico, fatta adesso è una norma che non ha alcun senso”.

Il dietrofront di Bruxelles. Dello stesso avviso pare essere anche la Commissione europea, viste le ultime indiscrezioni su una sorprendente retromarcia rispetto al passato proposito di varare una normativa talmente severa da sancire la fine prematura del motore endotermico. La scorsa settimana, l’autorevole testata Politico ha pubblicato la bozza della proposta che la Commissione intende pubblicare il 9 novembre prossimo: in pratica, si va verso un ammorbidimento delle regole e una pausa nel percorso di continuo inasprimento deli standard emissivi, con normative sostanzialmente allineate a quelle Euro 6 per quanto riguarda l’anidride carbonica e limiti più severi su componenti dell’inquinamento atmosferico come particolato fine (comprese le particelle prodotte da pneumatici e freni), monossido di carbonio o ossidi di azoto. La retromarcia sarebbe arrivata dopo un’analisi dell’attuale situazione economica e geopolitica e delle conseguenze del rincaro di energia e materie prime. L’attuale contesto, stando alla bozza, “mette sotto una pressione senza precedenti la catena degli approvvigionamenti automobilistica e genera problemi di accessibilità per i consumatori, in un contesto generale di alta inflazione”. Di conseguenza, la Commissione ha preferito “ridurre al minimo” i costi legati alla richiesta di sviluppare motori più puliti, anche alla luce di un’altra importante decisione, quella sul bando alle endotermiche per il 2035.

Una vittoria per il settore. Dunque, il settore automobilistico sembra essere riuscito a far sentire la sua voce ai massimi livelli istituzionali, con una vittoria ovviamente accolta con forti critiche da parte delle associazioni ambientaliste. D’altro canto, i costi sempre più elevati per finanziare la mobilità elettrica e i tempi troppo stretti per l’applicazione dell’Euro 7 confermano l’inutilità delle nuove normative evidenziata da Tavares. In teoria, i nuovi limiti sarebbero dovuto entrare in vigore nel 2025, ma la decisione della maggior parte delle Case di votarsi all’elettrico per il 2030 avrebbe reso poco remunerativi gli sforzi sulle nuove tecnologie: in sostanza non ci sarebbe stato abbastanza tempo per recuperare gli investimenti alla luce delle tipiche strategie di pianificazione del settore impostate su cicli di vita dai 5 ai 10 anni. C’è poi un tema di generalizzati aumenti dei costi associati all’elettrificazione.

Parità sempre più lontana. Al Salone di Parigi, lo stesso Tavares ha chiesto di ammorbidire il bando alle endotermiche per il 2035, lanciando un avvertimento sulla scarsa accessibilità delle elettriche per buona parte della popolazione, su conseguenze occupazionali ingestibili per i costruttori a causa del necessario taglio degli organici e su possibili “disordini sociali”. Il dirigente lusitano è tornato sulla questione dell’accessibilità anche all’Automobilwoche Kongress. A suo avviso, infatti, le auto a batteria non avranno prezzi abbordabili per la maggior parte dei consumatori non prima di cinque o sei anni, il che dimostra come la tanto auspicata parità dei costi si stia allontanando sempre più: fino a qualche mese fa veniva indicata per il 2025, mentre oggi il rincaro delle materie prime la sta spingendo sempre più avanti negli anni. Tavares è anche tornato a porre l’attenzione sull’invasione delle elettriche “made in China”, sottolineando come il principale problema del settore automobilistico sia rappresentato dal rischio di rimanere indietro rispetto ai concorrenti cinesi: “Se c’è una cosa di cui aver paura è il declino del mondo occidentale”, ha affermato. “Dobbiamo lavorare in modo più efficiente per battere i cinesi non solo sulla tecnologia, ma anche sulla qualità, il prezzo, il servizio. Questo è il problema principale che abbiamo di fronte”.

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