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Euro 7, le reazioni (negative) dal mondo dell'auto e non solo

Tante critiche piovono sulla proposta dei nuovi limiti Euro 7 alle emissioni delle auto, dai costruttori e dagli ambientalisti

euro 7, le reazioni (negative) dal mondo dell'auto e non solo

I nuovi standard Euro 7 e i limiti alle emissioni inquinanti delle auto nuove proposti dalla Commissione europea dopo una lunga serie di rinvii sembrano aver scontentato un po’ tutto il mondo dell’auto.

Questo è quello che emerge dai primi commenti fatti da associazioni e Costruttori di fronte alle nuove e più stringenti regole che dal 1° luglio 2025 dovranno essere soddisfatte dalle auto di nuova omologazione. Oltre al taglio delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) per le auto diesel sono previsti nuovi limiti alle amissioni di particolato dai freni e dagli pneumatici, senza dimenticare una durata prestabilita per le batterie di auto elettriche ed ibride.

Ma vediamo una dopo l’altra le reazioni dell’industria dell’auto e della sua filiera, ma anche delle associazioni ambientaliste e in difesa dei consumatori che considerano l’Euro 7 uno strumento troppo debole per migliorare la qualità dell’aria.

Per i Costruttori la transizione rischia un rallentamento

Partiamo dall’Acea, l’associazione dei costruttori europei di automobili, che parla di una proposta che “rischia di rallentare la transizione verso il trasporto a zero emissioni”. Nello specifico è il presidente di Acea e ad di BMW, Oliver Zipse, che critica così l’impatto dell’Euro 7 appena presentato:

“L’industria dell’auto prende molto seriamente il suo ruolo nella riduzione della CO2 e delle emissioni inquinanti. Lo scorso anno, infatti, abbiamo fatto una proposta molto costruttiva per un’Euro 7 che avrebbe portato grandi riduzioni agli inquinanti e miglioramenti alla qualità dell’aria. Sfortunatamente, però, il beneficio ambientale della proposta fatta dalla Commissione è molto limitata e di contro aumenta sensibilmente il costo dei veicoli. Si focalizza su condizioni di guida estreme che hanno poco a che fare con l’utilizzo reale.”

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Al presidente Zipse fa eco Martin Lundstedt, ad di Volvo Group e presidente della commissione Acea per i veicoli commerciali:

“Per rispettare l’Euro VII i costruttori di furgoni e autocarri dovranno dirottare importanti risorse finanziarie e ingegneristiche dai veicoli elettrici e fuel cell a quelli con motori a combustione interna. Questo impatterà in maniera pesante sulla nostra transizione verso veicoli a zero emissioni. Non va bene per il clima, né per la salute delle persone, né per l’industria.

I decisori politici dovrebbero concentrarsi su regole che accelerano il rinnovo delle flotte, dando priorità agli investimenti nei mezzi a zero emissioni che avranno un impatto ben superiore su qualità dell’aria ed emissioni di CO2 ridotte.”

Bisogna fare in fretta

Critiche sui tempi stretti di applicazione dell’Euro 7 (riportate da Automotive News Europe) arrivano anche da altre associazioni, come quella tedesca dell’industria dell’auto (VDA) che parla della quasi impossibilità di attuare l’Euro 7 entro il 2025 per le auto e i furgoni ed entro il 2027 per i veicoli commerciali pesanti.

Insomma, dice la VDA, “lo sviluppo e l’approvazione di un percorso appropriato con una scadenza di appena un anno dal previsto completamento degli atti delegati non è assolutamente possibile.”

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Più possibilista è invece il giudizio di Clepa, l’associazione europea dei fornitori dell’industria dell’auto, che definisce la proposta della Commissione “un significativo passo avanti”, ma che al tempo stesso avverte come sia necessario definire i dettagli tecnici il prima possibile per consentire di sviluppare e testare le nuove tecnologie. Per la Clepa servono tempi di esecuzione di almeno 24 mesi tra l’approvazione degli standard e la loro applicazione.

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Sempre sulle tempistiche di entrata in vigore dell’Euro 7 si focalizza anche il giudizio dell’Aecc, l’associazione dei produttori di catalizzatori che in una nota scrive: “Sarebbe un peccato se i ritardi nel processo di adozione dovessero portare a ritardi nell’applicazione delle regole e nel contributo al miglioramento della qualità dell’aria”.

Martin Sander, il numero uno europeo della divisione elettrica Ford Model E, scrive su Twitter:

“Deluso dallo standard Euro 7 proposto per i motori a combustione interna. Smettiamo di sviare le risorse verso una tecnologia del passato e investiamo invece sulle zero emissioni”

Transport & Environment: “Standard incredibilmente deboli”

Sul fronte dei delusi, ma per altri motivi, c’è poi Transport & Environment (T&E), l’organismo europeo che raggruppa una cinquantina di ONG attive nel campo dei trasporti e dell’ambiente. In un commento ufficiale decisamente critico T&E scrive:

“La Commissione europea ha dato la priorità al profitto dei costruttori e ha fallito lo storico obiettivo di ridurre l’inquinamento tossico di auto e veicoli commerciali, affiancando le lobby dell’auto per fare green washing su 100 milioni di vetture che saranno vendute nei dieci anni che si separano dal 2035.

È quindi fondamentale che il Parlamento europeo rafforzi questi standard incredibilmente deboli o che semplicemente li respinga.”

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Anna Krajinska, responsabile emissione veicoli e qualità dell’aria per T&E aggiunge:

“Le proposte per le auto sono così deboli che sembrano scritte dalla stessa industria dell’auto. Nonostante i profitti record, i costruttori hanno fatto credere alla Commissione che un Euro 7 ambizioso è insostenibile. La tragedia è che l’inquinamento tossico prodotto dal trasporto su strada uccide 70.000 persone ogni anno e che questa proposta non fa quasi nulla per impedirlo.

Questo immetterà sulle nostre strade quasi 100 milioni di auto altamente inquinanti che rimarranno in circolazioni per i prossimi decenni.”

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