Emissioni – Trasporti, edifici, agricoltura, industria: in Europa limiti più stringenti per i gas serra
I settori interessati. I nuovi requisiti, basati sul Pil pro capite e sull’efficacia in termini di costi delle singole iniziative nazionali, rientrano in una revisione del regolamento sulla condivisione degli sforzi Esr e riguardano settori responsabile del 60% circa delle emissioni nel blocco dell’Unione europea e non coperti dall’attuale sistema di scambio di quote di emissioni Ets. Si tratta, dunque, del trasporto marittimo e stradale, degli edifici, dell’agricoltura, dello smaltimento dei rifiuti o delle industrie non energivore. L’accordo prevede anche una serie di modifiche sostanziali alle modalità di utilizzo della flessibilità concessa ai vari Stati per raggiungere gli obiettivi nazionali: per esempio, ci saranno minori possibilità di trasferire o prestare le quote di emissione, dovranno essere resi pubblici i programmi nazionali e tutti i membri Ue dovranno garantire di non superare l’assegnazione annuale delle quote di emissioni. Tra l’altro, per tenere conto delle incertezze legate a eventi imprevisti, il Consiglio e il Parlamento hanno concordato un aggiornamento nel 2025 del percorso fissato per ogni Stato, il che potrebbe portare a rivedere al rialzo o al ribasso le assegnazioni per il periodo 2026-2030.
I tagli per l’Italia. Infine, si stabilisce per la prima volta una traiettoria di riduzione valida per ogni singolo Paese, senza nessuna eccezione, con obiettivi compresi tra il 10% e il 50% (finora il regolamento esentava totalmente la Bulgaria). Per l’Italia l’obiettivo è stato fissato nel 43,7%, a fronte dell’attuale 33%. Più alto dovrà essere il contributo di altri Paesi. L’obiettivo per la Germania sale dal 38% al 50% e per la Francia dal 37% al 47,5%, memtre per la Spagna aumenta dal 26% al 37,7%. Superiori a quello italiano sono anche i target di diversi Stati, tra cui molti del Nord Europa, come Belgio (47%), Danimarca (50%), Lussemburgo (50%), Olanda (48%), Austria (48%), Finlandia (50%) e Svezia (50%).