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Emissioni – Trasporti, edifici, agricoltura, industria: in Europa limiti più stringenti per i gas serra

emissioni – trasporti, edifici, agricoltura, industria: in europa limiti più stringenti per i gas serra

Emissioni – Trasporti, edifici, agricoltura, industria: in Europa limiti più stringenti per i gas serra

L’Europa si appresta a introdurre limiti sempre più severi e vincolanti sul fronte delle emissioni di gas serra: il Consiglio Ue e l’Europarlamento hanno concluso l’ennesimo trilogo legato al pacchetto Fit For 55, con un accordo politico provvisorio su obiettivi di riduzione più stringenti per gli Stati membri. L’intesa, per la quale manca ora solo l’adozione formale da parte dei due organismi comunitari, stabilisce che i gas serra debbano essere ridotti entro il 2030 del 40% e non più del 30% (rispetto ai livelli del 2005).

I settori interessati. I nuovi requisiti, basati sul Pil pro capite e sull’efficacia in termini di costi delle singole iniziative nazionali, rientrano in una revisione del regolamento sulla condivisione degli sforzi Esr e riguardano settori responsabile del 60% circa delle emissioni nel blocco dell’Unione europea e non coperti dall’attuale sistema di scambio di quote di emissioni Ets. Si tratta, dunque, del trasporto marittimo e stradale, degli edifici, dell’agricoltura, dello smaltimento dei rifiuti o delle industrie non energivore. L’accordo prevede anche una serie di modifiche sostanziali alle modalità di utilizzo della flessibilità concessa ai vari Stati per raggiungere gli obiettivi nazionali: per esempio, ci saranno minori possibilità di trasferire o prestare le quote di emissione, dovranno essere resi pubblici i programmi nazionali e tutti i membri Ue dovranno garantire di non superare l’assegnazione annuale delle quote di emissioni. Tra l’altro, per tenere conto delle incertezze legate a eventi imprevisti, il Consiglio e il Parlamento hanno concordato un aggiornamento nel 2025 del percorso fissato per ogni Stato, il che potrebbe portare a rivedere al rialzo o al ribasso le assegnazioni per il periodo 2026-2030.

I tagli per l’Italia. Infine, si stabilisce per la prima volta una traiettoria di riduzione valida per ogni singolo Paese, senza nessuna eccezione, con obiettivi compresi tra il 10% e il 50% (finora il regolamento esentava totalmente la Bulgaria). Per l’Italia l’obiettivo è stato fissato nel 43,7%, a fronte dell’attuale 33%. Più alto dovrà essere il contributo di altri Paesi. L’obiettivo per la Germania sale dal 38% al 50% e per la Francia dal 37% al 47,5%, memtre per la Spagna aumenta dal 26% al 37,7%. Superiori a quello italiano sono anche i target di diversi Stati, tra cui molti del Nord Europa, come Belgio (47%), Danimarca (50%), Lussemburgo (50%), Olanda (48%), Austria (48%), Finlandia (50%) e Svezia (50%).

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