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Elegante fuori, strana sotto il cofano: l'esperimento Chrysler 200C EV

elegante fuori, strana sotto il cofano: l'esperimento chrysler 200c ev

Chrysler 200C EV Concept 2009

Presentata nel 2009, la 200C EV era un prototipo di media elegante con trazione elettrica e range extender a benzina

Come ogni domenica facciamo un passo indietro nel tempo. Sono già trascorsi quasi dieci anni dall’inizio del nuovo millennio quando Chrysler rilancia l’idea di un futuro elettrificato per i suoi prodotti. Le ambizioni sulla carta ci sono, con un programma che punta a vendere mezzo milione di veicoli a zero emissioni entro il 2013, ma i modelli che fanno da manifesto a questa campagna non sembrano altrettanto convincenti.

Tra il 2008 e il 2009, in un Salone di Detroit dominato da europei e asiatici che sottolinea la crisi dei costruttori americani, la Casa presenta una serie di prototipi che sono modelli di serie convertiti a batteria, ben lontani dall’idea di piattaforme elettrificate su cui si svilupperà la vera transizione elettrica. Tra questi, l’unica creazione originale è la 200C EV, anteprima di un modello completamente nuovo.

Ibrida in abito da sera

La 200C arriva a Detroit un anno dopo Eco Voyager, concept originale con alimentazione mista elettrica/fuel cell, ma preceduta anche da trasformazioni elettriche del Voyager di serie, di Jeep Wrangler e di una Lotus Europa presentata con marchio Dodge, che sanno di raffazzonato.

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La 200C, invece, è un’auto dal discreto fascino che sembra preannunciare qualcosa di interessante. Lunga 4,9 metri circa, è costruita sul telaio della 300 serie LX: una base non nuovissima, visto che deriva da quella della Mercedes Classe E W211 messa a disposizione ai tempi della DaimlerChrysler, ma versatile quanto basta.

La berlina ha però linee eleganti e armoniose che alleggeriscono dimensioni imponenti, ma soprattutto monta un powertrain che si può definire “ibrido in serie”, con motore posteriore elettrico e un benzina a fare da generatore di bordo.

La capacità delle batterie non è dichiarata, ma è sufficiente a garantire da sola un’autonomia di marcia di 40 miglia, 64 km. Quella complessiva è di 400 miglia, 643 km, sfruttando il range extender.

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Questo motore, un insolito due cilindri turbo, non è altro che il TwinAir di Fiat, destinato a entrare in commercio l’anno seguente. La sua presenza sotto il cofano del prototipo è una conseguenza della prima acquisizione di quote di Chrysler da parte di Fiat, che sfocerà nel 2014 nella fusione e nella nascita di FCA.

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L’interno, poi, è d’avanguardia: incorpora un infotainment uConnect con touchscreen multimediale panoramico e comprende già funzioni di monitoraggio della guida e controllo da remoto della velocità massima, utile per quando l’auto è utilizzata da conducenti giovani.

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Promessa disattesa

A giudicare da quello che accade dopo, veicolo e tecnologia sembrano essere state messe da parte: la 200 che debutta sul mercato l’anno seguente è più semplice e assai meno ricercata nel design della concept, e soprattutto di elettrico, o anche soltanto ibrido, non ha nemmeno l’ombra. Si tenta di vendere in Europa la versione cabriolet proponendola come Lancia Flavia, ma senza successo.

L’ibrido ricomparirà invece sulle vetture Chrysler dopo un’altra manciata di anni con la monovolume Pacifica nel 2016 che diventerà anche la prima vettura plug-in di serie prodotta dal nuovo colosso FCA.

Chrysler si rilancia con l’elettrico

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