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Ecco cosa chiede l'Italia che produce auto

I numeri della componentistica sono incoraggianti, ma i problemi da affrontare restano molti

ecco cosa chiede l'italia che produce auto

Ridurre i costi dell’energia e promuovere progetti di digitalizzazione e innovazione, insieme a incentivi alle immatricolazioni e più infrastrutture per le ricariche di auto elettriche. E’ questo che chiedono le imprese che questa mattina, presso il Centro congressi del MAUTO, hanno partecipato all’edizione 2022 dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana, indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino e da Anfia.

Il Presidente della Camera di commercio di Torino, Dario Gallina, ha ricordato come, nonostante il 2021 si fosse chiuso in ripresa (con un fatturato nazionale in crescita del 16,7%), “oggi per le imprese della filiera automotive si moltiplicano le sfide: alti costi energetici e delle materie prime, crisi internazionale e soprattutto accelerata transizione ecologica, nonostante il posizionamento prevalente rimanga ancora sui motori tradizionali (73,8%)”. Per questo le imprese cercano soluzioni, con “cautela e prudenza”.

Intanto i numeri della componentistica auto in Italia sono incoraggianti. Nel 2021 le 2.202 imprese italiane hanno impiegato nel settore oltre 168.000 addetti e generato nello stesso anno un fatturato stimato pari a 54,3 miliardi di euro. Rispetto al 2020, c’è quindi una ripresa, con una variazione del +16,7% del volume d’affari e una sostanziale stabilità del numero di addetti (+0,6%).

Fatturato in ripresa

In questo quadro complicato le soluzioni che si sono trovate hanno comunque portato buoni frutti. In particolare le attività che hanno dichiarato un giro d’affari in espansione per il 2021 sono state l’80%. La ripresa, spiega l’Anfia, ha riguardato in modo pervasivo tutte le categorie, ma è risultata più modesta per il segmento dei sistemisti e modulisti che aveva manifestato le maggiori difficoltà nel 2020.

In Piemonte (dove con il 33,3% si è mantenuto il primato nazionale per numero di imprese) il fatturato generato dalla componentistica nel 2021 è stato pari a 17,6 miliardi di euro (il 32,5% del totale nazionale), con oltre 58.600 addetti (il 34,9%). Rispetto all’anno precedente, il fatturato ha dato segni di recupero (+16,8%), mentre gli addetti sono risultati tendenzialmente stabili. A seguire il Piemonte per numero di imprese ci sono state la Lombardia (il 27%), l’Emilia-Romagna (il 10,4%) e il Veneto (il 8,8%).

Relazioni e trend

Nel 2021 il 72,9% delle imprese ha avuto Stellantis nel proprio portafoglio clienti (l’80,6% in Piemonte), sebbene la quota di fatturato generato dalle vendite a Stellantis sia lievemente calata (40,7% in Italia contro il 41,7% del 2020); l’incidenza del fatturato proveniente da altri costruttori è stata del 59,3%, soprattutto OEM tedeschi, francesi (escluso Stellantis) e americani.

La percentuale dei fornitori che hanno detto di avere un buon posizionamento sul comparto dei motori benzina e diesel è rimasto alto (il 73,8% dei rispondenti), come consistente è rimasta la quota per le alimentazioni a metano e/o GPL (il 40,1%); ma visto l’aumento della domanda di auto ibride ed elettriche il posizionamento sui powertrain elettrici ed ibridi è diventato significativo per il 37,6% delle imprese, (20,6% sulle fuel cells).

La partecipazione della filiera a progetti di sviluppo di nuovi powertrain è in crescita, ma le imprese che nel 2021 hanno investito in R&S sono in diminuzione (67%) a causa dei costi troppo alti, dell’instabilità della domanda (per il 24%) e della carenza di personale qualificato (per il 22,5%).

Per i prossimi cinque anni le imprese segnalano un diffuso bisogno di nuove figure professionali, da destinare in particolare ai processi produttivi (il 62% delle aziende), all’automazione e sistemi meccatronici (il 53%), ai prodotti e materiali (il 48%), nonché alla sostenibilità ambientale (il 47%).

Dove e quanto si producono più auto

Secondo le stime ANFIA, nel 2021 la produzione di auto in Italia è salita del 2,4%, ma con volumi ancora al di sotto di quelli pre-Covid (circa 120mila unità in meno rispetto al 2019). La produzione mondiale – dopo i cali consecutivi del 2018, 2019 e, soprattutto, del 2020 (-15,8%) – è invece aumentata del 3,1%.

Buoni numeri in Sud America (+17,5%) e in Asia (+5,5%), ma se in NAFTA la produzione è rimasta stabile, in Europa si è ridotta del 3,6%. Bisogna poi ricordare che la localizzazione della produzione di semiconduttori ha certamente favorito la Cina (maggior produttore al mondo con oltre 26 milioni nel 2021).

Per il 2022 si stima che i volumi della produzione italiana possano attestarsi intorno a 730mila unità (-8,2% rispetto al 2021) e quelli mondiali chiudano a -2,1% (previsioni Fitch Solutions).

Le previsioni sulla domanda

Per Marco Stella, Presidente del Gruppo Componenti Anfia, “l’export della componentistica ha visto nel 2021 un netto recupero (+15,4%), con un rallentamento nella seconda parte dell’anno per via del protrarsi della crisi dei semiconduttori, delle materie prime e della logistica. Nel 2022 – ha aggiunto -, gli effetti di instabilità legati al conflitto in Ucraina potrebbero portare ad una frenata”.

Bisogna poi considerare la domanda mondiale di auto, che sì nel 2021 è salita del 5% rispetto al 2020 (attestandosi a 83 milioni di unità), ma è diminuita del 9% rispetto al 2019 (91 milioni di veicoli). L’andamento delle vendite mondiali è stato influenzato dalle crescite marginali di Europa (+0,4% in EU27, EFTA e Regno Unito), Nord America (+4%) e Cina (+4%) e in Italia, sebbene la domanda sia aumentata del 6,7% rispetto al 2020, è crollata del 21,8% rispetto ai volumi pre-Covid.

Nel 2022 la domanda mondiale potrebbe calare del 2,8% sul 2021 e in Italia le vendite di auto sono previste in calo del 10,3% a 1,3 milioni di unità (previsioni Fitch Solutions).

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