- Il peso si fa sentire
- Se ricercate il comfort, meglio le versioni meno potenti
- Il nuovo vestito la “sfina”
- Dentro, il solito stile
DS7 E-Tense 360 4×4, piГ№ lusso che sportivitГ
Il consumo medio? In questo caso, il dichiarato (1,8 l/100 km) ha meno senso che mai: come con tutte le ibride plug-in, il dato è frutto di un protocollo che ha poco a che fare con la realtà. Sì perché un’ibrida “alla spina”, per avere senso, dev’essere utilizzata la maggior parte delle volte per massimo 50, 55 km, ovvero la percorrenza che si può effettuare sfruttando la carica della batteria. Oltre tale soglia, si attiva il motore a benzina, ma da quel momento in poi il consumo dipende da quanti km in più si fanno rispetto ai “fatidici” 50 km iniziali.
Il peso si fa sentire
Prima di parlare di consumi è doveroso raccontare come va, la DS7 E-Tense 360 4×4. Visti i numeri sopra citati, non deve stupire il vigore della risposta al pedale del gas. Quando i motori elettrici e quello endotermico uniscono le forze (per la cronaca: il motore benzina da 200 CV e gli elettrici con 110 e 113 CV sugli assi anteriore e posteriore), l’esplosività è garantita e poco male se il cambio di passo non è immediato. L’elettronica che gestisce il powertrain ibrido richiede infatti qualche attimo prima di dare tutto.
Se ricercate il comfort, meglio le versioni meno potenti
La correlazione è abbastanza intuitiva: più aumenta il livello di potenza e più cresce il diametro dei cerchi (245/35 – 21), meno l’auto è confortevole. Qualsiasi auto, a maggior ragione se, come sulla DS7 più potente, il telaio viene abbassato di 15 mm e la carreggiata è più larga (cambiano anche i freni anteriori, qui con dischi da 380 millimetri di diametro e pinze a quattro pistoncini, che invece non hanno ripercussioni sul comfort). Risultato: la DS7 360 4×4 soffre le sconnessioni più secche, dove emergono scossoni che non si sposano alla grande con lo spirito della vettura. Qualcosa contro cui anche il raffinato DS Scan Suspension (la taratura dell’ammortizzatore di ogni ruota viene regolata in base alle condizioni del fondo stradale) può fare poco. Si rivela più equilibrato, mi permetto di suggerire, il comportamento offerto dalla versione con trazione anteriore e 225 CV; un po’ perché i cerchi sono più piccoli, un po’ perché con un motore in meno è anche più leggera.
Il nuovo vestito la “sfina”
L’intenzione dei designer DS, quando si sono messi al lavoro sulla DS7 Sportback, era quella di semplificarne le linee. La sensazione, appena la si vede dal vivo, è che l’obiettivo sia stato raggiunto: l’eliminazione delle numerose cromature ha giovato parecchio all’auto, mentre la soluzione del DS Light Veil la trovo particolarmente azzeccata: si tratta delle luci diurne composte da quattro elementi luminosi verticali, a loro volta costituiti da 33 LED. In sostanza, la superficie in policarbonato incisa al laser viene dipinta all’interno per conferire un aspetto che alterna la luce a componenti in tinta con la carrozzeria, creando un effetto di profondità e luminosità del tutto particolare e riuscito. Per tutti gli altri dettagli, vi consigliamo la lettura dell’articolo dedicato.
Dentro, il solito stile
Quanto costa
Molto ampia la forbice di prezzo all’interno della gamma: la DS7 Bastille BlueHDi 130 CV con cambio automatico è venduta a 42.000 euro ed è anche l’unica variante non ibrida. Si passa poi alle plug-in: la DS7 E-Tense 225 Performance Line viene 52.800 euro, mentre la 4×4 300 Rivoli è proposta a 60.800 euro. Infine, il top di gamma DS7 E-Tense 4×4 360 Premiere, tocca i 74.100 euro.