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Di Risio, l'imperatore del Molise: la sua casa automobilistica è diventata realtà con le vendite in grande crescita

di risio, l'imperatore del molise: la sua casa automobilistica è diventata realtà con le vendite in grande crescita

La nuova DR 6 del gruppo molisano

Adesso lo chiamano l’Imperatore del Molise. Massimo Di Risio, ex pilota di sopraffina stoffa, è riuscito a realizzare, nella piccola regione del Sud Italia, un vero “sogno americano”. La sua DR Automobiles, nel pieno della transizione energetica e del cambiamento del pianeta automotive, è decollata, proponendosi come una nuova realtà in grado di scuotere il mercato dell’auto. Per ora italiano ma, vista la formula vincente, il fenomeno si potrebbe allargare all’Europa. Il gruppo DR a settembre ha consegnato nella Penisola 2.761 vetture, il 250% in più rispetto al 2021 per una ragguardevole quota del 2,5%. Nel cumulato la share è un po’ inferiore (1,7%), ma i volumi sono ormai da costruttore rilevante (16.419 unità). Di Risio ha inventato la “ricetta magica”, cioè ha anticipato il boom dell’auto cinese alleandosi con Pechino da lunga data.

L’imprenditore è il mago dell’assemblaggio. Importa dall’Oriente le scocche verniciate e le monta con maestria di tutto punto, facendo un mix qualità-prezzo della migliore componentistica dei “due mondi”. Così, dalla fabbrica delle meraviglie a Macchia d’Isernia escono modelli che sono il top dell’attuale industria, con estrema flessibilità, sia per i volumi che per la gamma. Confidando sull’ampia scelta dello scaffale produttivo, può scegliere i modelli più adatti al periodo senza costosi investimenti per realizzare nuovi progetti. La DR attualmente lavora su 4 marchi. La capogruppo, che porta il nome di famiglia, è stata affiancata verso il basso da EVO e, recentemente, in alto da SportEquipe e Ickx. La scelta è infinita, l’ampiezza del listino fa invidia a un costruttore super strutturato. I modelli, per adesso, sono una ventina, ma se continuerà il successo potranno crescere.

La fortuna aiuta gli audaci e non c’è dubbio che Massimo sia un uomo coraggioso (non solo perché ex driver).Nel nuovo mercato dove guida l’offerta può darsi sia stata d’aiuto la notevole elasticità (quindi disponibilità di prodotto). La DR lavora addirittura con due costruttori cinesi, la Chery Automobile e JAC Motors. Tanto stretto è il legame con il Paese più popoloso del mondo che l’Acea ha inserito i modelli del gruppo DR fra le vendite di Pechino. Nella lista della spesa c’è di tutto: tanti Suv, ma anche pick up e veri fuoristrada, in attesa di una piccola elettrica (lunga solo tre metri) a quattro posti che potrebbe accendere il mercato perché senza rivali. I costruttori tradizionali e la Tesla hanno cominciato dell’alto verso il basso, forse perché le auto più costose hanno meno carenza di acquirenti. Sopratutto per un Paese come l’Italia, dove i soldi non abbondano e le citycar hanno sempre funzionato, però, una baby elettrica potrebbe essere unv ero boom.

Ma non sempre è stato “rose e fiori”. Tanto che c’è stato bisogno di un’autentica “fase 2”. Fondata nel 1995, la “DR Motor Company” nei primi anni si è occupata dell’importazione e distribuzione di alcune vetture, fra cui la sportiva americana SaleenS7 e la Chery Tiggo ribrandizzata DR. ll primo modello assemblato fu svelato all’allora Motor Show di Bologna come DR5, un interessante Suv compatto. Di Risio lotta come un leone, la visione, la creatività e l’intraprendenza certo non gli mancano. Cerca di comprare senza fortuna l’impianto di Bertone in Piemonte e poi quello ex FCA in Sicilia. Intanto gli affari non brillano troppo e le vendite scendono dalle quasi 5 mila unità del 2010 alle meno di 500 negli anni 2012-2017 con gli operai a Macchia d’Isernia rimasti solo a 10 unità. Poi la grande crescita coincidente proprio con la transizione energetica.

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