All’inizio di quest’anno, Suzuki ha fatto tremare il paddock dei Gran Premi annunciando la fine del suo impegno in MotoGP, nonostante la vittoria del titolo nel 2020 con Joan Mir. Inoltre, la Casa di Hamamatsu si appresta a terminare il suo supporto alla SERT, azienda plurivincitrice del titolo in EWC, lasciando il marchio senza alcuna rappresentanza in nessuna delle principali serie motociclistiche internazionali nel 2023.
Denning ha ricoperto il ruolo di team manager negli ultimi anni della partecipazione di Suzuki alla MotoGP prima che andasse via, ricoprendo il ruolo alla fine del 2004 e rimanendoci fino al ritiro dell’azienda dalle gare, alla fine della stagione 2011. Da allora si è concentrato sulla gestione della squadra Crescent Racing, di proprietà della famiglia, nel mondiale Superbike, dapprima con il supporto di Suzuki prima di passare al team Yamaha ufficiale nel 2016.
SERT rider Gregg Black (1) leads the early stages of the Suzuka 8 Hours ahead of factory rivals Kawasaki (10) and Honda (33)
Avendo già sperimentato una volta il ritiro di Suzuki dalla MotoGP, Denning ha dichiarato che la sua reazione alla notizia del nuovo abbandono del marchio è stata di “delusione più che di sorpresa” in un’intervista all’edizione tedesca di Motorsport.com. “Ci sono già passato, così come Shinichi Sahara-san (capo progetto MotoGP, ndr), che ci sta passando per la seconda volta”, ha continuato Denning.
Alvaro Bautista was Suzuki’s sole rider in 2011 when the brand pulled out of MotoGP
Anche i modelli GSX-R600 e GSXR-750 sono omologati per il Mondiale Supersport, anche se nessuno dei due viene attualmente utilizzato. Alla domanda se si aspettasse un futuro ritorno alle corse Suzuki, Denning ha risposto: “Forse no. Hanno ancora buoni modelli di moto da strada e sono belle moto, ma la desiderabilità di Suzuki continuerà a diminuire. Penso che sia un approccio a breve termine da parte della dirigenza. Ma non mi sorprende”.