STOCCARDA – Sabato in India a 31 anni e mezzo Antonio Felix Da Costa diventa il quinto pilota di Formula E ad aver preso parte a 100 EPrix. Nell’ultima gara della scorsa stagione il primo era stato Lucas Di Grassi, oggi in Mahindra. Il brasiliano era stato poi seguito da altri tre senatori: il bi-campione del mondo Jean-Eric Vergne (Ds Penske), da un altro vincitore del titolo, Sébastien Buemi (adesso alla Envsion), e da Sam Bird (Jaguar Tcs). Anche il portoghese ingaggiato dalla Tag Heuer Porsche si è già aggiudicato un campionato del mondo a zero emissioni e circa la propria carriera ha pochi dubbi:
«La decisione di entrare in Formula E è stata la migliore della mia vita».
Quale è stata la tua vittoria più bella?
«Ricordo volentieri tutti i successi, ma direi che sono stati speciali i due di Berlino, quando per via della pandemia abbiamo corso lì sei gare. Era il 2020 e quell’anno vinsi il titolo con 71 punti di vantaggio».
In qualche modo, almeno all’inizio, la Formula E era sembrata un ripiego per te…
Però?
«Però la Formula E ed io siamo diventati presto amici e, in un mondo cambiato, ho cominciato considerare in modo diverso gli obiettivi del campionato e le sue potenzialità . Per me è stata ed è ancora una entusiasmante sfida dimostrare su strada che le auto elettriche non sono monotone, ma veloci ed efficienti. Non ci è voluto molto per convincermi dello straordinario futuro che ha questa serie».
Soddisfatto della decisione, insomma?
Come mai?
«La Formula E si è sviluppata in un modo incredibile. E questo vale per i piloti, per le scuderie, per i tracciati e per i tifosi. È stato molto bello vedere come, di stagione in stagione, l’interesse per il campionato è cresciuto dovunque nel mondo. È fantastico rendersi conto di dove siamo arrivati, dopo soli nove anni: non mi aspettavo che le cose sarebbero andate così in fretta e anche così bene».
Hai corso le prime cinque stagioni con la americana Andretti, poi tre con la Ds Techeetah, prima di venire ingaggiato dalla Tag Heuer Porsche: cosa significa per te?
«L’ho già detto: è sempre stato un mio sogno correre per Porsche ed entrare a far parte della storia di questo marchio. Sono stato battuto così spesso da una Porsche in carriera che so che Porsche fa di tutto per vincere: è nel suo Dna. Lo straordinario avvio di stagione con tre vittorie delle 99X Electric (la prima di Jake Dennis della Avalanche Andretti, scuderia cliente di Porsche, e le altre due di Pascal Wehrlein, pilota della squadra ufficiale, ndr) conferma la mia valutazione».
Per te, però, il campionato non è cominciato altrettanto bene…
«Non è stato un avvio ottimale. Ma assieme agli ingegneri sto lavorando duramente per capire quali siano le prossime mosse da fare per vincere. Magari già nella centesima gara: sarebbe perfetto».