- Questione di portafoglio
- Partiamo dalla città
- Dentro, spazio e pulizia del design
- Autonomia reale e tempi di ricarica
Cupra_born test consumi
Questione di portafoglio
Vi ho parlato del prezzo, ecco il listino: si parte dai 41.100 euro della versione da 204 CV di picco con batteria da 58 kWh per arrivare ai 46.350 euro della versione provata, la e-boost da 231 CV e batteria da 77 kWh. In mezzo c’è la e-boost – quindi ancora 231 CV – ma con 58 kWh di capacità: 42.100 euro.
Partiamo dalla città
Al piacere di guida arriveremo dopo e affronteremo la questione in maniera approfondita. Partiamo dalla città, che poi è il terreno su cui più facilmente si guida un’elettrica, anche sportiva come la Cupra Born. Se il silenzio del motore è scontato, non altrettanto lo è quello di tutto il resto: capita spesso, con le elettriche, che si avvertano scricchiolii dalla scocca, che si senta distintamente il rumore dei sassolini proiettati dai pneumatici sui passaruota e quello di rotolamento delle gomme stesse. Nulla di tutto ciò con la Born, molto ben isolata dall’esterno, a dimostrazione una volta di più della validità della piattaforma MEB del Gruppo Volkswagen, su cui nascono, tra le altre, anche VW ID.3, Skoda Enyaq, VW ID.5, ecc..
cupra born test
A proposito di isolamento dall’esterno, è esemplare lo smorzamento delle asperità, anche quelle secche. Solo quando il buco si fa profondo allora si sente l’inerzia delle ruote immense (235/40-20) che innescano qualche scossone di troppo. Per chiudere il discorso sulla città, mi piacciono molto i montanti anteriori sdoppiati, con quella porzione di vetro triangolare in mezzo. Nelle svolte strette non nascondono i pedoni e quando ci si avvicina alle rotonde non c’è pericolo di non vedere ciclisti o motociclisti.
Dentro, spazio e pulizia del design
cupra born plancia – test
Divertimento garantito
Finalmente parliamo di curve. Il giudizio in sintesi è il seguente: la Cupra Born è un’auto divertente da guidare ma con un piccolo neo. Ora i dettagli, iniziando da ciò che mi ha convinto meno: in un certo senso, si ha la sensazione che la messa a punto e le scelte relative al telaio siano state fatte “su due livelli”. Da una parte le gomme 235/45-20, immense e capaci di generare tantissimo grip. Dall’altro l’assetto, che per fortuna non è troppo rigido. Questo porta a velocità di percorrenza da sportiva vera, ma quando si supera la soglia di grip (cosa comunque non facilissima), le perdite di aderenza sono brusche, con molle e ammortizzatori che impiegano un attimo a frenare i movimenti della scocca, togliendo così un po’ di fluidità generale.
Tutto questo, sia ben chiaro, succede solo spingendo a un livello non compatibile con la condotta del buon padre di famiglia. Se si osa un po’ meno e si sta dentro gli altissimi limiti della Born, quello che si ottiene in cambio è rapidità di inserimento, precisione in percorrenza, motricità quasi mai in crisi in uscita. L’ultimo aspetto è reso possibile dal motore e dalla trazione posteriori: con il peso trasferito sull’asse dietro, è ovvio che il grip in uscita sia al top.
Autonomia reale e tempi di ricarica
E veniamo ora all’efficienza e all’autonomia. La prima è buona, 17,1 kWh per 100 km in media, la seconda arriva a circa 450 km. Ovviamente, come ci si lascia prendere un attimo la mano dalle accelerazioni di cui è capace un’elettrica, le percorrenze peggiorano. Tanto e in poco tempo. Per il resto, il pacco batterie è garantito 8 anni o 160.000 chilometri, con una capacità residua del 70%. I tempi di ricarica? Da una presa domestica, ogni ora si ricaricano circa 11 km. Sfruttando una wallbox, potenza del contatore di 6 kW e quindi 4,5 kW alla spina, si ottengono 22 km ogni ora. Alle colonnine pubbliche AC da 22 kW, una classica Quick, si arriva a una velocità di ricarica di 56 km circa ogni ora, sfruttando il caricatore di bordo da 11 kW. Infine, in corrente continua a 50 kW, la Born ricarica 147 chilometri ogni ora.
In conclusione, per rispondere alla domanda iniziale su quante possibilità ci siano di divertirsi con un’elettrica, la risposta è che ce ne sono molte. C’è ancora qualcosa da mettere a punto – come dicevo, secondo me la Cupra Born è fin troppo “gommata” – però la base è ottima e si sente. Con il valore aggiunto della trazione posteriore.