Mentre Free To X va avanti con la ricarica dell'auto elettrica lungo la grande viabilità, sulle altre tratte è tutto fermo: ecco perché
Ancora pochi giorni. Poi, con le prossime due attivazioni, Autostrade per l’Italia (Aspi) raggiungerà le 50 aree di servizio (Ads) adibite alla ricarica dell’auto elettrica. Ci sono voluti quasi due anni, ma ora il traguardo delle 100 Ads si avvicina.
Un po’ di storia
Ma cosa succede nel resto della grande viabilità, cioè sulle autostrade affidate a concessionari diversi da Aspi? Quasi tutto bloccato. Mancano infatti i bandi per affidare i servizi di ricarica agli altri operatori. E qui la situazione si complica. Riavvolgiamo dunque il nastro.
Siamo a fine 2016, quando la legge di recepimento della direttiva europea Dafi chiede ai concessionari autostradali di stilare i piani per installare le colonnine lungo la grande viabilità. L’obbligo viene però dimenticato fino a fine 2021, quando la legge di Bilancio 2022 prova a ricordarlo.
Ma niente da fare. Tutto rimane sulla carta. Come mai? L’alibi si chiama Autorità dei Trasporti (Art). È a quest’organo che spetta infatti la missione di definire le “regole del gioco”, ovvero gli schemi che i concessionari devono seguire prima di varare i bandi. Tra un rinvio e l’altro, si arriva all’ultimo capitolo, dell’estate scorsa, quando l’Art fa finalmente i compiti per casa. E adesso? Ancora tutto fermo.
“Benefici a lavoro ed economia”
“L’autostrada – commenta Roberto Tomasi, amministratore delegato di Aspi – diventa dunque sempre di più un’infrastruttura centrale per lo sviluppo del Paese nel segno della tecnologia e dell’innovazione, creando benefici in termini occupazionali ed economici”.
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