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Ciao Holer Togni, non avevi paura di niente, ma quella volta ci hai spaventato

ciao holer togni, non avevi paura di niente, ma quella volta ci hai spaventato

Ciao Holer Togni, non avevi paura di niente, ma quella volta ci hai spaventato

Forse non tutti lo ricordano, ma all’inizio degli anni ’90 la Rai faceva molta informazione a proposito degli incidenti stradali e dei nuovi dispositivi di sicurezza attiva e passiva: erano appena stati introdotti (1988) l’uso obbligatorio delle cinture di sicurezza e i primi airbag. Io facevo il giornalista a Quattroruote e la testata, unica a possedere un Centro Prove, veniva spesso interpellata dalla televisione per dimostrazioni pratiche di quel che può succedere in caso d’incidente. Certo, c’erano i filmati dei crash test, ma una dimostrazione dal vivo era tutt’altro.

Da un breve sondaggio presso il gruppo dei collaudatori venne subito fuori che un Holer Togni pronto all’uso non ce l’avevamo, quindi la scelta era obbligata: contattato lo stuntman  viene deciso che il test sarà in diretta e che Holer dovrà andare a sbattere senza frenare contro un’altra auto ferma con le telecamere interne ed esterne pronte a registrare il tutto. 

La preparazione è lunga e Holer stesso presiede ai controlli sull’auto che deve guidare (comprata da un demolitore ma perfettamente marciante) e si decide anche che il tamponamento, per ragioni di sicurezza, deve avvenire al massimo a 50 all’ora e, credetemi, sbattere a 50 all’ora con un’auto ferma (soprattutto un’auto di allora) non è uno scherzo. Nessuno sa realmente cosa succederà.

ciao holer togni, non avevi paura di niente, ma quella volta ci hai spaventato

Chi vi scrive all’epoca faceva la conduzione dal piazzale del test e dallo studio di Roma aspettavo il “via” a minuti: ero comprensibilmente nervoso perché se qualcosa non avesse funzionato o, peggio, fosse successo qualcosa di grave a Holer, immaginatevi che figura in diretta nazionale.

Holer sale in macchina tranquillo, sorridente, persino un po’ distaccato, ma capisco subito che è un attore formidabile e consumato, appena inizia a parlare con lo studio che lo interroga su quel che sta per succedere dice “non ho mai fatto nulla di simile… non so cosa potrà succedere… è molto pericoloso” e via di questo passo.

La tensione sale, gli ricordo per l’ultima volta sottovoce “Holer mi raccomando, non più di 50 all’ora”, lui sorride, stringe un po’ il casco e parte come un cannone contro l’auto “bersaglio” a una cinquantina di metri di distanza, dove sono pronti i cameraman.

Si sente che accelera a fondo scala, forse pensa di non avere abbastanza spazio per arrivare alla velocità d’impatto, corre sempre di più… e in una nuvola di polvere e fumo tira una botta paurosa ad una velocità folle.

E qui mi dico: ecco, abbiamo fatto male i conti, 50 all’ora erano troppi e la struttura dell’auto ha ceduto, chissà le gambe del povero Holer, mentre corro verso la piazzola seguito dai paramedici che vigilavano. Dallo studio iniziano a chiamare “Allora, cosa è successo… Holer Holer ci senti?”

Qui viene fuori quel personaggio di fama e di talento che sapeva fare tutto, stuntman, imprenditore e strabiliante attore di un’arte che aveva inventato lui stesso. Holer Togni è riverso con la testa all’indietro sul sedile, l’auto fuma, lui sembra incosciente. “Non lo toccate!”, “Holer, Holer ci senti?”… passano almeno dieci secondi di silenzio, le telecamere puntate sul viso tirato…

Muove la testa, si scrolla un po’ e sorride, si massaggia le braccia: “tutto bene, tutto bene, che botta ragazzi. visto cosa succede a 50 all’ora se vai a sbattere?” A Roma viene giù lo studio dagli applausi, i soccorritori lo fanno uscire dall’auto e lui come uno splendido a cui è successo un casino ma è sopravvissuto, si toglie la polvere di dosso conversando amabilmente con i giornalisti e il pubblico.

Siamo andati a vedere, in seguito, i filmati del crash, e abbiamo fatto una scoperta allucinante: solo soletto nell’auto, Holer deve aver pensato – lui che la velocità la conosceva bene – che a 50 all’ora lo show non sarebbe stato abbastanza, ed è arrivato a 75 all’ora, una follia solo a pensarlo. E infatti, a telecamere spente, mi ha detto: “… Carlo che botta che ci ho dato!”

In collaborazione con Automoto.it

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