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BMW E1, le due vite della prima elettrica di Monaco

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BMW E1 Concept del 1993

Presentata nel 1991 e, in veste rinnovata, nel 1993, la E1 unisce l’idea di una “piccola” BMW con i primi studi sull’elettrificazione

Mai andata oltre lo stadio di prototipo, la BMW E1 potrebbe quasi essere ripresentata oggi stesso come ipotesi per una piccola elettrica urbana. In effetti, l’ultimo dei prototipi, quello verde, che oggi fa bella mostra di sé nel Museo della Casa a Monaco, trent’anni fa era decisamente un balzo nel futuro.

La prima versione ha fatto in realtà il suo debutto davanti al pubblico in occasione del Salone di Francoforte del settembre 1991. Il frontale riprende il tema dei fari sdoppiati sotto un’unica cornice di vetro, come sulla Serie 3 E36, ma sotto le forme morbide e le dimensioni contenute (3,46 metri di lunghezza) presenta un sistema propulsivo tutto elettrico, compatto e di caratteristiche interessanti.

20 kWh per 250 km di autonomia

Potenza, capacità della batteria e prestazioni, oggi significative in rapporto ai passi avanti più recenti, sono di tutto rilievo per i tempi: il motore che dà trazione alle ruote posteriori eroga 32 kW ed èalimentato da una batteria al sodio-zolfo (ancora niente ioni di litio) da 19,6 kWh con una tensione di 120 Volt e un tempo di ricarica in modalità “rapida” di circa due ore.

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BMW E1 Concept del 1991

La concept BMW E1 del 1991

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La BMW E1 si caratterizza per la grande attenzione al contenimento della massa, ottenuto con un ampio ricorso ad alluminio e plastica che compensa il peso del gruppo batteria, intorno ai 200 kg, più o meno il rapporto peso/contenuto energetico di oggi.

Come risultato di questo sforzo, la vettura offre un’autonomia dichiarata massima di circa 250 km, valore notevole per una batteria da meno di 20 kWh effettivi. A fare le spese di questa efficienza sono le prestazioni, volutamente poco “spinte” con sei secondi nello scatto da 0 a 50 km/h orari e ben 18 secondi per arrivare a 80 km/h.

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Scomparsa e rinascita

Quel primo prototipo, verniciato in rosso vivo, finisce distrutto a causa di un incendio. La Casa, tuttavia, non si limita a ricostruirlo, ma allestisce una seconda concept car evoluta nel design e nella sostanza, presentata nel 1993. Questa ha una lunghezza leggermente maggiore, 3,7 metri, una linea aggiornata e la predisposizione per montare sia motori elettrici sia unità tradizionali.

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BMW E1 del 1993

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L’eredità delle E1

In un certo qual senso, anticipa l’idea delle piattaforme multienergetiche odierne, come quella su cui nasce l’ultima generazione di BMW X1, e rafforza il sospetto che anche BMW stesse meditando di mettere in produzione una microcar, come fatto qualche anno dopo dai rivali di Mercedes con la smart.

La Casa di Monaco si limita invece a lanciare il C1, il primo scooter con il tetto retrattile, anche se la BMW i3, arrivata diversi anni dopo, ha recuperato molti spunti, anche stilistici, dalle due E1.

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