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Binotto, Ferrari: perché Leclerc appoggia l’arrivo di Vasseur

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Binotto, Ferrari: perché Leclerc appoggia l’arrivo di Vasseur

Al capolinea del Mondiale ad Abu Dhabi, fra rimpianti e regolamenti di conti interni. C’è un clima da fine regno dentro la Ferrari, da congiura di palazzo. I l trono di Mattia Binotto traballa da mesi, il Cavallino ha smentito la sostituzione immediata con quattro righe nelle quali non cocorrenmpaiono né messaggi di fiducia né parole dei vertici. Un gelo che rivela la debolezza della posizione dell’ingegnere reggiano, entrato a Maranello da stagista e promosso al timone della Scuderia nel 2019.

Il suo posto fa gola a molti, a cominciare da Fred Vasseur, il cui nome è circolato con forza. Non uno dei soliti rumors. Francese, 54 anni, l’attuale capo dell’Alfa-Sauber vanta una complessa rete di interessi e amicizie. Una su tutte: Carlos Tavares, a.d. di Stellantis, pare che Fred gli gestisca la collezione di auto d’epoca da corsa. Sarebbe stato lo stesso Vasseur a muoversi, dopo aver saputo che con l’arrivo dei tedeschi di Audi nella proprietà della Sauber(nel 2026) non avrebbe mantenuto il ruolo di adesso. Tavares avrebbe comunicato a John Elkann — che da tempo insieme all’ad Benedetto Vigna si occupa delle selezioni per il dopo Binotto— la disponibilità di Vasseur. Da subito, già a gennaio.

Se fosse soltanto così saremmo all’autocandidatura, in realtà c’è molto di più. Perché nella Ferrari c’è una corrente che ha spinto, e che spinge ancora, per accogliere Vasseur. Uomo capace di intrecciare relazioni traversali: vicino al boss della Mercedes Toto Wolff, proprietario di team in F2 e F3, di aziende come la Spark che produce telai in monofornitura per la Formula E. Ex socio di Nicolas Todt, manager di Leclerc, con il quale si separò non proprio pacificamente. Vasseur ha fatto debuttare Charles in F1, nel 2018, e il loro rapporto resta ottimo.

Sono in molti a indicare proprio Leclerc come sponsor del suo arrivo a Maranello. Il motivo? La volontà di essere nominato prima guida, di essere messo al centro del progetto come la Red Bull ha fatto con Verstappen. Ma non si tratta semplicemente di un confronto Binotto-Leclerc, su questo tema la presidenza è chiamata a esprimersi cercando di ridurre le pretese del pilota o assicurandogli un appoggio pieno, cosa difficile da mettere in pratica visto l’ingaggio di un compagno forte e ambizioso come Sainz.

L’insofferenza di Charles per la gestione di Binotto è palese, se si ritroveranno ancora insieme nel 2023 che rapporto sarebbe? Ad Abu Dhabi il monegasco e la Ferrari si giocano il secondo posto nei piloti e nei costruttori. Due traguardi che, se mancati, riapriranno il tormentone sul team principal, magri comunque in una stagione partita per lottare per il Mondiale e conclusa con un’involuzione rispetto alle quattro vittorie dell’inizio.

E poi un conto è smentire, un altro utilizzare una comunicazione ufficiale, in un momento delicato, per dare fiducia in via definitiva. Forse il nome di Vasseur si è «bruciato», ma altri restano nel mazzo. Binotto resiste, convinto di vincere un giorno con la Ferrari, il sogno di una vita. Se davvero si volesse andare avanti con lui, basterebbe una presa di posizione netta, uscire dall’ambiguità. Una volta per tutte. Altrimenti è meglio cambiare subito.

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