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Best of 2022 – Geely è sempre più europea

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Best of 2022 – Geely è sempre più europea

Il 2022 è forse l’anno in cui l’auto cinese ha fatto i maggiori progressi nella sua affermazione ai vertici del mercato globale: da mesi il “made in China” è sulla bocca di analisti o manager per i timori di un’invasione in piena regola. Eppure, l’avanzata cinese è iniziata già diversi anni fa, grazie soprattutto a un conglomerato dalle enormi disponibilità finanziarie. Si tratta della Zhejiang Geely Holding: fondata nel 1986 ad Hangzhou dall’imprenditore Li Shufu, è entrata nel settore automobilistico solo nel 1997 tramite la controllata Geely Automobile e da allora ha portato avanti uno shopping senza precedenti di marchi europei, che da situazioni fallimentari sono stati rivitalizzati e rilanciati.

Si parte dalla Svezia. La prima acquisizione nel Vecchio continente risale al 2010, quando la Ford cede al gruppo cinese la svedese Volvo per 1,8 miliardi di dollari. Nel 2013 tocca alla London Taxi Company, il produttore dei mitici taxi neri londinesi, mentre nel 2015 la Casa di Göteborg rende autonoma la sua divisione Polestar e fa nascere una nuova Casa automobilistica di cui Li Shufu possiede una partecipazione consistente. Nel 2016 passa sotto controllo cinese anche un marchio motociclistico, l’italiana Benelli. Nella primavera del 2017 il gruppo di Li Shufu annuncia un accordo per rilevare il 50% circa della malese Proton e contestualmente il 51% della Lotus e in autunno entra nel capitale della Volvo Trucks. Nel 2018 arriva il colpo di scena: Li Shufu rastrella sul mercato azioni dell’allora Daimler per un valore di 7,3 miliardi di euro e arriva a detenere poco meno del 10% del capitale. E l’anno dopo è proprio il gruppo tedesco a creare con la Geely una joint venture paritetica per la gestione del marchio Smart. Non finisce qui: i cinesi mettono nel mirino anche l’Aston Martin, ma devono lasciare spazio all’imprenditore canadese Lawrence Stroll. Le operazioni straordinarie proseguono comunque. Nel 2021 la Geely dà vita con la Volvo ad Aurobay, un’impresa congiunta operativa nel campo dello sviluppo e della produzione di motori endotermici.

Un anno in grande stile. Poi arriva il 2022 e sono letteralmente fuochi di artificio, perchè a maggio la Geely acquista il 34% della filiale sudcoreana della Renault, a settembre spunta tra gli azionisti dell’Aston Martin con il 7,6% del capitale; il suo presidente ipotizza un’ulteriore scalata di Gaydon e a novembre arriva il mega accordo con la Renault: secondo quest’ultimo, i cinesi saliranno al 100% dell’Aurobay e poi conferiranno tutte le loro attività nel campo dei propulsori tradizionali a una joint venture paritetica con la società di Boulogne-Billancourt. In questo quadro non va dimenticato lo sbarco in Europa del marchio Lynk & Co., oppure l’imminente arrivo di altri brand come Zeekr o Geometry o le voci su nuove prede europee (anche la Jaguar Land Rover sarebbe finita tra le possibili acquisizioni). Insomma, Geely ha tessuto una fitta ragnatela in Europa con una scalata tanto silenziosa quanto inarrestabile.

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