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Autoscuole – Le app per l’esame funzionano, ma serve più pratica

autoscuole – le app per l’esame funzionano, ma serve più pratica

Autoscuole – Le app per l’esame funzionano, ma serve più pratica

C’era una volta il manuale, quello cartaceo, che si passava di mano in mano, cancellando – quando erano state scritte a matita, dai più previdenti – le risposte già segnate e corrette. Tra amici, a scuola, in famiglia, appena arrivati al diciottesimo compleanno (o ai 16, per chi puntava già mettersi in sella a un 125), uno dei riti di passaggio era la consegna del “libro”. Poi è arrivato il patentino anche per i quattordicenni, i primi timidi tentativi di portare la sicurezza stradale nelle scuole. E poi il boom di internet, degli smartphone, e naturalmente delle app. Quelle con cui si fa tutto, dalla spesa, appunto, fino alla preparazione per l’esame. Un numero rende l’idea: 8 milioni di download dell’app Quiz Patente Ufficiale (e non è l’unica, se ne contano una decina sullo “store” di un telefonino). Un’ottima base di partenza per effettuare un sondaggio sui giovani “patentandi”, per capire come cambiano, nella loro percezione del rischio, nella preparazione, e nelle esigenze che sentono maggiormente. In occasione del Forum Nazionale Autoscuole (in programma il 26 e 27 novembre a Lainate, alle porte di Milano), Guida e Vai, che raggruppa circa 600 autoscuole in Italia (sulle 7 mila esistenti), presenterà, appunto, i risultati di un sondaggio sulla preparazione dei giovani in materia di Codice della strada, delle norme e dei pericoli da tenere presenti quando ci si mette al volante, soprattutto da neopatentati. Dalle risposte ottenute da un campione di 38.292 intervistati, tra i 16 e i 24 anni, risulta che, sebbene la maggioranza se la sia cavata senza errori (con lievissime differenze tra Nord, Centro e Sud), tra maschi e femmine emergono differenze su alcuni temi, per esempio nelle convinzioni su che tipo di guidatore si diventerà o su come si vorrebbe migliorare In ogni caso, la differenza di genere più evidente riguarda il tipo di patente: al test hanno risposto per l’82% iscritti per la “B”, con una leggera prevalenza femminile (indice, forse, che tra i privatisti prevalgono i maschi), il 13% per la “A”, con una schiacciante maggioranza di ragazzi (parrebbe quindi che sulle due ruote, in maggioranza, le donne si accontentino di scooter che non richiedono esami specifici) e per il restante 5% altre licenze di guida, quelle professionali, come i camion, inevitabilmente territorio “macho”, allineato alla differenza riscontrata per le moto.

Errori di percezione. L’indagine effettuata dal consorzio di autoscuole mette in evidenza anche alcune interessanti curiosità. Se in un analogo test di quattro anni fa, alla domanda “Con quali condizioni meteorologiche si verifica il maggior numero di incidenti?”, soltanto il 3,6% indovinava la risposta esatta, ovvero tempo sereno, contro un 56,6% che cascava nel tranello cliccando su pioggia, quest’anno il trabocchetto riguarda il tipo di percorso più insidioso. Al quiz “Su quali strade avvengono con maggiore frequenza gli incidenti stradali?”, i maschi rispondono in prevalenza – correttamente – su strade urbane (57%), le femmine indicano in maggioranza extraurbane e autostrade (54%). Alla domanda seguente, “Su quali strade si registra il maggior numero di vittime di incidenti?”, poco meno della metà (44%) risponde “autostrade”, mentre il 30% ritiene che siano più letali i percorsi urbani. In realtà, secondo i dati Istat, il luogo dove la vita il maggior numero di persone (47,5%) sono le extraurbane. Parità di genere, in ogni caso, anche nell’errore. Tutti d’accordo, per fortuna, sul fatto che “bere birra prima di mettersi al volante è pericoloso”, mentre sulla principale causa di incidenti stradali il 55% indica, correttamente, l’utilizzo dello smartphone, mentre per il 43% è l’eccesso di velocità: lievi differenze di genere su questi due fattori di rischio, con il telefonino messo al primo posto dai ragazzi e il piede pesante sull’acceleratore dalle ragazze.

Migliorare l’apprendimento. L’analisi di Guida e Vai punta a evidenziare i buoni risultati dei nuovi metodi di insegnamento introdotti dalle autoscuole per la diffusione delle regole del Codice della Strada. Secondo il consorzio, i giovani italiani della fascia di età 16-24 anni dimostrano di avere una buona conoscenza generale della normativa. Ma la preparazione risulta ancora poco soddisfacente sul lato “pratico”. Tutto sommato, l’introduzione delle nuove tecnologie, come la realtà aumentata dei visori ottici 3D e le app degli smartphone, sono risultate efficaci per coinvolgere i “millennial” nello studio delle regole del traffico. Ma serve un altro passo avanti: la guida sicura. Guida e Vai, da tempo, punta su lezioni in pista dedicate a ragazzi e ragazze con il “foglio rosa”, ed è già partita in sei regioni (Lombardia, Piemonte, Veneto, Campania, Puglia e Sardegna) per chiedere alle autoscuole di offrire questa opportunità, per ora senza incidere sui costi (che vanno da circa 800 euro al Sud ai 1.200 chiesti in media in alcune città del Nord).

L’importanza dei corsi in pista. L’83% dichiara che “sarà un automobilista responsabile con una guida sicura” e il 77% manifesta il desiderio di seguire un corso specifico “per imparare come affrontare i pericoli della strada”. Anche per questo motivo, l’edizione di quest’anno del Forum Nazionale Autoscuole ha scelto come testimonial un ex pilota di F.1, attualmente impegnato nel Mondiale Endurance (con la Ferrari 488 GTE del team iron Lynx) come Giancarlo Fisichella. “Fisico”, infatti, ha scelto di rendersi portavoce per promuovere la consapevolezza di “quanto possa costare cara una distrazione o un’imprudenza”. Oltre agli incontri più istituzionali previsti nella due giorni di Lainate, introdotti da Paolo Colangelo, presidente di Confarca, e da Cesare Galbiati, di Unasca, si darà spazio a “esercizi pratici di apprendimento esperienziale”, direttamente a bordo delle auto, sul circuito. Salvatore Ambrosino, ceo di Guida e Vai, chiuderà il Forum guidando il pubblico in un’esperienza simulata dal titolo “Guidare è un’altra cosa”, un workshop interattivo che ha l’obiettivo di individuare le regole non scritte dal Codice della Strada. Quelle, che, però, possono salvare la propria vita e quella degli altri. Un’ultima nota sulle differenze di genere: dai dati Istat, risulta che delle quasi 3 mila vittime di incidenti stradali nel 2021, l’83,3% erano uomini, il 16,7 donne.

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