L'analisi di Quintegia dei fattori che differenziano la situazione italiana da quella Ue. Con la variabile del "diverso approccio"
Il mercato delle auto elettriche in Italia sconta, in termini numerici, un certo ritardo rispetto al resto d’Europa, nonostante le condizioni geopolitiche siano sostanzialmente le stesse. I numeri sono molto eloquenti: in Italia le immatricolazioni di BEV (Battery Electric Vehicle) tra gennaio e luglio 2022 segnavano un -17,6% rispetto allo stesso periodo del 2021, contro una crescita media del Vecchio Continente pari al 28,4%. Siamo il fanalino di coda e gli unici, insieme all’Austria, ad aver registrato un risultato negativo.
Le infrastrutture
Tra gli elementi più spesso ritenuti responsabili c’è l’infrastruttura di ricarica. Senza colonnine, infatti, non si è sicuri di riuscire a ricaricare l’auto e la ricerca delle stazioni, insieme al tempo in cui si rimane collegati alla spina, sono elementi che frenano la propensione all’acquisto dei potenziali clienti di un veicolo elettrico.
Dati alla mano, però, scopriamo che l’Italia per numero di punti di ricarica pubblici rapportato alle auto elettriche presenti sulle nostre strade e per potenza media delle colonnine installate sul territorio è tra i migliori Paesi in Europa e, in entrambi i casi, superiamo la tanto osservata Germania. Si è sempre data poca attenzione invece alle colonnine private, soluzione considerata preferibile per la maggior parte degli utenti che utilizza l’auto quotidianamente solo per pochi chilometri.
Gli incentivi
Differenze che si limano ancor di più considerando che anche il prezzo stesso di una vettura elettrica è diverso in ciascuno Stato. L’attenzione va quindi focalizzata maggiormente sui destinatari degli incentivi e sulla limitazione di spesa massima, che aumenterebbe il numero dei modelli inclusi.
L’approccio all’elettrico
Un fattore poco considerato, e che invece richiederebbe più attenzione, è il modo in cui l’auto elettrica viene approcciata e pubblicizzata. Grazie ad Automotive Customer Study, l’osservatorio che Quintegia rilascia annualmente sui trend e sulle attitudini del cliente automotive, abbiamo visto come la pressione comunicativa e commerciale abbia diffuso la consapevolezza che l’auto elettrica rappresenta il futuro.
Ciononostante, nei potenziali acquirenti permane ancora un certo grado di diffidenza dovuta ai dubbi sulla reale praticità e sicurezza della nuova tecnologia. Se, concludendo, l’ingresso nel futuro automotive dei veicoli elettrici è stato spinto dalle campagne emozionali, attività di tipo informativo messe in campo a tutti i livelli della filiera, potrebbero assottigliare il gap fornendo la conoscenza e gli strumenti necessari a una scelta consapevole e basata sulle effettive esigenze dei clienti.
Da questa breve analisi possiamo comprendere come non sia un singolo fattore il responsabile delle difficoltà di diffusione reale del veicolo elettrico come scelta d’acquisto, ma dobbiamo ricondurre il tutto a una serie di concause che sommate portano alla situazione osservata.