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Auto elettriche – Lucid e Toyota tagliano i prezzi, Volvo no. E Tesla li alza (in Cina)

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Auto elettriche – Lucid e Toyota tagliano i prezzi, Volvo no. E Tesla li alza (in Cina)

L’amministratore delegato della Ford, Jim Farley, l’aveva previsto l’estate scorsa: la guerra dei prezzi nel segmento delle auto elettriche era dietro l’angolo. E, infatti, a circa sei mesi dal pronostico, il taglio dei listini è partito dalla Tesla, che con la sua “sforbiciata” ha scatenato non poche reazioni, in particolare di alcune Case cinesi, come Seres o Xpeng, subito pronte a rispondere ai texani con riduzioni consistenti. Qualcuno, come la Volkswagen, ha già chiarito che non intende partecipare a una guerra dalle conseguenze a oggi imprevedibili per i bilanci aziendali, ma non si tratta di una strategia condivisa da tutti. Anzi: in questi giorni, la Lucid e la Toyota si sono aggiunte al gruppo di chi taglia, mentre la Volvo ha deciso di seguire l’esempio di Wolfsburg. E la Tesla? Abituata alla “giostra” dei prezzi, la Casa di Musk ha già deciso di tornare sui suoi passi, rivedendo al rialzo il listino cinese della Model Y.

Lucid e Toyota. Negli Stati Uniti, la Lucid ha scelto una politica commerciale abbastanza particolare, visto che le sue elettriche non possono beneficiare dei crediti fiscali di 7.500 dollari a causa di prezzi superiori alla soglia di accesso di 55 mila (80 mila per Suv e pick-up): la Air parte da 87.400 dollari, la Air Touring da 107.400 dollari e la Air Grand Touring da 138 mila. La startup ha annunciato che gli acquirenti delle ultime due versioni della berlina avranno diritto, fino al 31 marzo prossimo, a un credito di ammontare identico a quello concesso dall’erario federale. A pagarlo, però, sarà la Lucid, non Washington: “Pensiamo che i nostri clienti meritino ancora un credito di 7.500 dollari per la scelta di un veicolo elettrico”, ha affermato il responsabile commerciale Zak Edson. Analoga decisione, ma per il mercato cinese, è stata presa dalla Toyota, che ha ridotto di 30 mila yuan (poco più di 4.100 euro) l’offerta dalla bZ4X, portando così il prezzo base da 199.800 a 169.800 yuan (da 27.340 euro a 23.240 euro). Anche in questo caso, il taglio è temporaneo, ma la Casa giapponese non ha fornito indicazioni sulla scadenza dell’offerta.

Il no di Volvo e la mossa di Tesla. La Volvo, di contro, non ha alcuna intenzione di partecipare a guerre dei prezzi con le sue elettriche: “Non vediamo tagli in questo momento”, ha affermato alla Reuters l’amministratore delegato Jim Rowan, facendo così eco alle parole del suo collega della Volkswagen, Oliver Blume. “La domanda per i nostri veicoli a batteria è la più alta che abbiamo mai visto. Non abbiamo alcuna intenzione di ridurre i prezzi”. Anche Henrik Fisker, numero uno dell’omonima startup statunitense, ha escluso riduzioni, parlando di listini già competitivi: “Penso i prezzi delle nostre auto siano già buoni”, ha spiegato il designer, aggiungendo che la sua Casa non tocca i listini dal 2020, mentre i concorrenti li hanno più volte alzati a causa, principalmente, del rincaro delle materie prime. Anche la Hyundai, la Kia e la General Motors hanno escluso tagli ai prezzi, mentre la Ford ha deciso di aggiornare i listini statunitensi della Mustang Mach-E, con una riduzione media di 4.500 dollari. BMW, invece, ha scelto una strada opposta: a causa dell’impatto dei maggiori costi per materie prime e trasporti, la Casa di Monaco ha aumentato i prezzi di alcune elettriche commercializzate in Cina. E proprio dalla Cina, come detto, arriva l’iniziativa controcorrente di chi la guerra dei prezzi l’ha scatenata: è  la Tesla, che dopo aver apportato consistenti tagli al listino, scatenando le ire dei suoi clienti più recenti e registrando comunque un boom della domanda, ha deciso di aumentare di 2 mila yuan (+0,8%) il prezzo base della Model Y, portandolo a 261.900 yuan (circa 35.952 euro).

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