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Auto elettriche – Bruxelles e Washington creano una task force sul “made in Usa”

auto elettriche – bruxelles e washington creano una task force sul “made in usa”

Auto elettriche – Bruxelles e Washington creano una task force sul “made in Usa”

Bruxelles e Washington sono sempre più intenzjonate a raggiungere un accordo sulle conseguenze del controverso “Inflation Reduction Act” varato ad agosto dall’amministrazione Biden per il settore automobilistico europeo. Lo dimostra l’ultima decisione concordata da due importanti rappresentanti istituzionali: Bjoern Seibert, capo di gabinetto e presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha infatti incontrato il vice consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Mike Pyle, per discutere di diverse questioni prioritarie, tra cui la ricostruzione dell’Ucraina, e hanno concordato la creazione di una task force per approfondire e affrontare i timori sollevati dagli europei sulle conseguenze della normativa americana per i costruttori del Vecchio continente.

La controversia. Una delle disposizioni dell’Inflation Reduction Act è volta a promuovere gli investimenti nella produzione di auto a batteria e nell’estrazione delle necessarie materie prime: a tal fine, rinnova gli attuali crediti di imposta di 7.500 dollari, ma lega la loro erogazione all’obbligo di assemblaggio in Nord America e all’origine dei minerali critici negli Stati Uniti o in un Paese con un accordo di libero scambio con Washington. Il provvedimento è stato accolto a Bruxelles con “profonda preoccupazione”, bollato come discriminatorio per i costruttori esteri e “incompatibile” con le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Tuttavia, le parti hanno già deciso di intraprendere la strada del dialogo per raggiungere un accordo, che consenta alle auto alla spina prodotte in Europa di evitare i requisiti stabiliti dall’Inflation Reduction Act.  molto probabile che la quadra venga raggiunta a dicembre, in occasione del Consiglio transatlantico per il commercio e la tecnologia (TTC), un organo creato appositamente per risolvere controversie commerciali tra le due sponde dell’Atlantico senza passare, se non in casi estremi, dall’arbitrato del Wto.

Si inizia subito. Del resto, il tema è oggetto di discussioni ai massimi livelli istituzionali. Lo dimostrano i colloqui intercorsi la scorsa settimana tra il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, la rappresentante statunitense per il commercio Katherine Tai, la segretaria al Commercio Gina Raimondo e la segretaria al Tesoro Janet Yellen, ma anche l’ultima decisione di creare un’apposita task force e di renderla operativa in tempi strettissimi: infatti, le parti, nel convenire “sull’importanza di uno stretto coordinamento per sostenere catene di approvvigionamento sostenibili e resilienti attraverso l’Atlantico”, i politici coinvolti hanno programmato la prima riunione già per la prossima settimana. Oltre a Seibert hanno assicurato il massimo impegno anche altri esponenti dell’amministrazione Biden: il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, il direttore del Consiglio economico Brian Deese e il consigliere senior per l’innovazione e l’energia pulita John Podesta.

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