“Aumento limiti di velocità in autostrada e ritiro della patente a vita”: le proposte di Salvini
Quali sono le ipotesi
“La stragrande maggioranza dei morti non sono più sulle autostrade ma sulle strade extraurbane, con il buonsenso si potrebbero aumentare (i limiti, ndr) in alcuni tratti e diminuire in altri, ci stiamo lavorando con i tecnici, non è una scelta politica”, ha spiegato il ministro, sottolineando che nel nostro Paese “ci sono tratte autostradali ampie, dove sul modello tedesco si può pensare anche di aumentare i limiti”. Salvini non ha specificato quali potrebbero essere i nuovi limiti, anche se l’ipotesi sul tavolo è di passare a 150 km/h. Come detto, però, affinché si possa applicare questo nuovo limite dovranno essere rispettate determinate condizioni: bisognerà trovarsi in tratti dotati di quattro corsie per senso di marcia (più quella d’emergenza) e dovrà esserci il sistema Tutor che rileva la velocità media. Sembrerebbe poter essere adottato anche in specifiche autostrade a tre corsie, purché rispettino i criteri di sicurezza, sui quali sono attualmente a lavoro i tecnici.
Il Messaggero ha provato a ipotizzare una mappa con i tratti autostradali candidati all’aumento di velocità: le quattro corsie sono presenti sull’A8 Milano-Varese nel tratto che va dall’intersezione con l’A9 fino alla barriera di Milano (circa 10 km), la A4 Milano est-Bergamo per circa 33 km e l’A1 nel tratto che va dall’allacciamento della A22 con la A14 per un totale di 70 km. Sono queste le autostrade a 4 corsie: per quelle a tre, invece, tra le maggiormente indiziate citiamo la A14 tra Faenza e Forlì (17,1 km), la A1 Milano-Napoli ma sul tratto tra Cassino e San Vittore e la A30 Caserta-Salerno con due tratti da 20 km. Ipotesi, al momento, che dovranno trovare conferma o meno da parte di tecnici e governo nelle prossime settimane.
L’allarme sugli incidenti
Interessato soprattutto il Lazio che conta 23 decessi di cui soltanto 13 a Roma; subito dietro Lombardia (12), Emilia-Romagna e Campania (10). Le vittime sono 71 uomini e 29 donne, 40 pedoni avevano più di 65 anni. “Cento pedoni morti nell’immediatezza dell’investimento, quindi poi saranno di più con i decessi successivi in ospedale – ha commentato il presidente Asaps, Giordano Biserni – Un numero veramente preoccupante, che richiede interventi strutturali e di deciso controllo”.