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Audi – Re-generate Planet, al college di H-Farm un confronto etico sull’auto del futuro

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Audi – Re-generate Planet, al college di H-Farm un confronto etico sull’auto del futuro

Non tutti sanno che il nome Audi significa “ascolta”, in latino. Un gioco di parole scelto oltre un secolo fa dal fondatore August Horch (horchen significa appunto ascoltare), che assume sempre più un significato “etico”. Soprattutto se fa da filo conduttore di un convegno dedicato al dualismo tra progresso tecnologico e necessità di un ritorno a una dimensione più umanistica. L’appuntamento è a Treviso, al campus H-Farm, una realtà nata oltre 15 anni fa per investire sui giovani, anche come “venture incubator”. Parola d’ordine: rigenerare il pianeta attraverso nuovi processi. Con il titolo Re-generate Planet, il confronto targato Audi ha coinvolto studenti, imprenditori, startupper all’insegna della “contaminazione”, cioè di un continuo scambio di idee e suggestioni tra ambiti diversi.

Doppio movimento. L’evento, giunto al quinto anno consecutivo, è la tappa finale di un viaggio-racconto per parlare di progresso e trasformazione, ma anche di coraggio e di impegno per ripensare la progettazione tecnologica in funzione non solo della sostenibilità ambientale, ma pure di una nuova responsabilità d’impresa basata sulla condivisione e sul rispetto per le generazioni future. L’evoluzione della società contemporanea, è stato sottolineato, è caratterizzata da due movimenti: andare avanti per raggiungere nuovi, rivoluzionari traguardi attraverso la tecnologia, da una parte, e il ritorno ad una dimensione umanistica che rispetti le risorse naturali, dall’altra. Da qui, la necessità di un equilibrio tra innovazione ed etica, in un ambiente integrato tra l’analogico e il digitale.

Obiettivo, impatto zero. Sul palco di H-Farm si è discusso di come raggiungere l’obiettivo del progresso a impatto zero e su come l’innovazione tecnologica possa aiutarci a rigenerare il pianeta, ma anche noi stessi. Hanno aperto di dibattito il sociologo Francesco Morace e Fabrizio Longo, direttore Audi Italia. L’accademico ha esposto la tesi secondo cui il progresso è una missione di responsabilità per le nuove generazioni, dotate di un nuovo sguardo rigenerante e un senso più profondo dell’etica, grazie anche a una sorta di “economia di riparazione”, capace di riconoscere i danni economici arrecati al pianeta, alla società, alle persone, e di prendere decisioni altrettanto economiche, nella dimensione del business. Longo ha raccontato come l’azienda dei quattro anelli si sia evoluta da produttore di automobili in recettore di nuove istanze provenienti da settori un tempo distanti, sviluppando una “sensibilità allargata capace di intercettare segnali diversi che provengono dalla società”. Tradotto: nella capacità di captare esigenze e aspirazioni tanto individuali quanto collettive facendole proprie ed evolvendole. Si tratta, in sostanza, di un processo di trasformazione e valorizzazione degli input che arrivano dall’esterno, sostenuto da un piano di investimenti di lungo periodo e “orientato a un obiettivo chiaro: la sicurezza veicolare e sociale”. Come ha sottolineato Longo, “i clienti, oggi, manifestano l’esigenza di riconoscersi in un’azienda etica”. E Audi, commenta il manager, è in grado di rispondere a questa necessità avendo iniziato da tempo gli investimenti strategici nel ciclo produttivo e arrivando per esempio a rivoluzionare i processi attraverso la smart production, trasformando le fabbriche dove nascono i modelli full-electric in impianti carbon neutral e puntando sempre di più su riutilizzo e riciclo dell’alluminio e delle materie prime.

L’hub di incubazione. Da queste idee nasce l’ecosistema di mobilità Audi, in cui la tecnologia applicata all’auto ha l’obiettivo, per così dire, di aumentare il “potenziale umano”, per esempio grazie all’intelligenza artificiale applicata alla sicurezza predittiva. Protagonista dell’evento, a questo punto, è stato Tim Miksche, a capo di Audi Denkwerkstatt (in sostanza il “Think tank” della Casa). Miksche dirige l’hub di incubazione di idee e progetti, nato nel 2016 a Berlino, per sviluppare nuovi modelli di business: un vero e proprio laboratorio di open innovation. Vicino al mondo delle startup, lavora per sviluppare soluzioni innovative, coordinando creativi, start-up e partner tecnologici in un vero e proprio laboratorio condiviso. Quella di Miksche è una riflessione sul potere che la creatività umana, la co-creation e la multidisciplinarietà hanno per trovare nuove soluzioni e modelli in grado di rigenerare il pianeta e la società. Il confronto è proseguito con gli interventi di Maura Gancitano, saggista e ideatrice della Festa della Filosofia alla Triennale di Milano e a quella di Roma, e Adrian Fartade, divulgatore scientifico, youtuber e scrittore rumeno. Con loro, si è intrapreso un “viaggio filosofico” verso il futuro con una missione di responsabilità per le generazioni future, con l’obiettivo di individuare nuovi comportamenti sociali più responsabili in grado di rigenerare noi stessi e il nostro pianeta. Fartade, che si occupa di far conoscere al grande pubblico i temi della scienza e dell’astronomia, ma non solo, ha evidenziato come la scienza nella sua complessità possa essere una fonte di ispirazione per nuovi modelli, strutture e processi, per realizzare una rigenerazione e aiutare l’uomo ad abitare in maniera più corretta il pianeta e, in un futuro forse non troppo lontano, lo spazio intero. L’evento, per tutti gli interessati, sarà disponibile online dal 15 novembre.

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