Arriva l’Ineos Grenadier, il fuoristrada che non c’era (più)
La genesi di questo modello è già una leggenda e vuole che, nel corso di una chiacchierata con amici nel pub londinese Grenadier (da cui appunto il nome del progetto) siano state definite su un tovagliolo le caratteristiche di base del fuoristrada che mancava agli appassionati, e cioè design, capacità off-road e resistenza. A cinque anni da quella chiacchierata l’idea si è trasformata in realtà, con un modello che ha avviato le consegne in queste settimane su un gruppo selezionato di mercati – fra cui quello italiano – e che è stato sviluppato (vista la ‘inesperienza’ del brand) selezionando per ogni componente i fornitori migliori in circolazione. Elenco che va da Magna Steyr per lo sviluppo del progetto a Bmw per le motorizzazioni e ZF per la trasmissione, passando per le italianissime Carraro (per gli assali rigidi) e Brembo (per l’impianto frenante). Il tutto assemblato ad Hambach in Francia nella modernissima fabbrica sviluppata da Daimler per la Smart e aggiornata per la versione elettrica della popolare city-car.
Il risultato è un mezzo che mescola in modo efficace tradizione e modernità: la prima rappresentata da un design a suo modo ‘convenzionale’ (il richiamo alla vecchia ‘regina’ inglese dell’off-road è evidente), la seconda da una serie di raffinati sistemi di controllo e gestione del mezzo (come l’indicatore dell’angolo di sterzata sul dche si integrano perfettamente con le funzionalità del mezzo.
A colpire nel progetto, nel suo complesso, è l’attenzione spasmodica ai particolari: Ineos parte da zero e quindi non può permettersi punti deboli. Così – attingendo alle cospicue disponibilità di Sir Ratcliffe – i progettisti hanno utilizzato tempo e risorse per lanciare sul mercato un mezzo che incarna perfettamente l’idea di off-road del nostro tempo. E – siccome in Ineos sono sicuri del risultato raggiunto – dopo 1,8 milioni di km di test su ogni terreno e in ogni condizione climatica, hanno organizzato un tour di diverse settimane dal Nord della Scozia al pub Grenadier di Londra per mostrare ai media le reali capacità del mezzo: da guadi di 80 cm (superati senza bisogno di snorkel) a ripide discese fangose, il nuovo 4×4 inglese ha mostrato la sua capacità di districarsi in ogni condizione con una agilità sorprendente per un mezzo di 27 quintali. Merito del differenziale bloccabile centrale nel riduttore, anche se sono disponibili in opzione due differenziali bloccabili, all’avantreno e al retrotreno, ad azionamento elettronico ma con innesto meccanico.
Nato per il fuoristrada il Grenadier non disdegna l’asfalto, dove i trasferimenti veloci sono possibili a patto di dover fare conti con il peso e uno sterzo che richiede frequenti correzioni (per la sua impostazione off-road). La risposta dei due motori disponibili – entrambi 6 cilindri in linea BMW, un diesel da 249 cavalli (per sfuggire al superbollo) e un benzina da 286 – è differente, e la scelta fra una spinta in basso o un allungo ad alti regimi è esclusivamente affidata ai gusti dei clienti, oltre che alla disponibilità di affrontare consumi assai diversi.
La gamma per il lancio è piuttosto semplice e prevede due motorizzazioni e due allestimenti ovvero Fieldmaster o Trailmaster, a seconda che si privilegi l’esclusività o la versatilità. Semplice anche il prezzo di partenza, 78.500a euro sia che si scelga il benzina che il diesel, listino che scendono a poco meno di 70 mila per la versione autocarro: un esborso non indifferente, cresciuto nettamente rispetto alle ipotesi iniziali per colpa di un’inflazione che non perdona. Per rassicurare i facoltosi clienti di quello che è a tutti gli effetti un brand ‘neonato’, Inoes ha comunque elaborato un capillare sistema di assistenza che nel nostro paese ai partner di vendita affianca anche centri Bosch certificati, adeguatamente preparati.
Il prossimo step nella costruzione del brand sarà il lancio nel 2024 di una versione pick-up mentre più in la’ è previsto un Suv 100% elettrico più compatto del Grenadier (che con 4,90 metri di lunghezza e 2 di altezza può essere davvero ‘impegnativo’ in ambienti urbani) e non è esclusa – a giudicare dalle offerte di lavoro Ineos – neppure una proposta fuel cell, ma solo quando questa tecnologià sarà più disponibile per il grande pubblico. Nel frattempo, in vista dello sbarco sui mercati nordamericani – con gli Usa previsti come principale mercato – il problema principale per Ineos sarà quello di rispondere a una domanda che rischia di allungare i tempi delle consegne.