Arriva anche in Italia l’ultima nata nella tana del Leone, ecco la Peugeot 408: il fastback metà suv e metà coupé del gruppo Stellantis
Misure da pin-up – 469/185/149, e ben 279 cm di passo: queste le misure della nuova “leoncina” (ora gruppo Stellantis). Più lunga di una station vagon e poco più bassa di un suv medio, sicuramente una coupé stilosa e affascinante che non passa certo inosservata, anche perché veramente innovativa nel design. Abbiamo provato la versione Pulg in Hybrid 225 e-EAT8 GT, quella più grintosa da ben 225 cv, equipaggiata con una batteria ricaricabile da 12,4 kwh, in grado di muovere gli oltre 1.700 kg della 408, con un’autonomia in solo elettrico e a emissioni zero, per 50 km.
Un design raffinato – La nuova Peugeot 408 si contraddistingue innanzitutto per la sua silhouette dinamica, tipica del mondo delle Fastback e per il suo stile inconfondibile, ma anche per la sua capacità di rompere gli schemi. L’aspetto felino è tipico dei modelli del Brand del Leone. Le linee sono affilate, la calandra è in tinta carrozzeria. Il paraurti posteriore, dal taglio rovesciato, conferisce al profilo un aspetto deciso. La 408 del nostro test drive poggia saldamente sulle grandi ruote da 720 mm di diametro su particolari cerchi da 20 pollici. Lo stile è uno degli elementi chiave su cui ha puntato Stellantis per questo modello.
Quanta tecnologia a bordo ma… – Al conducente e ai passeggeri, Peugeot 408 offre l’i-Cockpit di ultima generazione, riconoscibile per il volante compatto dedicato al piacere di guida e al pieno controllo del veicolo, aumentandone così la sicurezza. La qualità dello spazio interno e la connettività con le più recenti tecnologie sono stati particolarmente curati per rendere l’esperienza di guida e di viaggio più intuitiva e gratificante. Infine, grazie a 6 telecamere e a 9 radar, i sistemi di assistenza alla guida garantiscono tranquillità e sicurezza. Peccato però per quel volantino così bello e maneggevole ma così impattante sulla visuale del cruscotto di guida. Abbiamo provato a regolarlo in mille modi, senza mai riuscire a trovare la posizione giusta per poter leggere bene tutti gli strumenti. Un privilegio forse riservato solo ai conducenti più alti di un metro e ottanta.
Mission possible, massimo comfort – Peugeot è e resta una francese e la sua missione principale è e resta il comfort, prerogativa in cui – nonostante i ruotoni da 20 e la spalla ridotta da sportivissima – pure la 408 eccelle. Ad alta velocità, in autostrada, niente rumori all’interno, grazie ai doppi vetri laminati e alla perfetta insonorizzazione dell’abitacolo. Solo ottima musica garantita anche dal pregiatissimo subwoofer collocato nel baule posteriore (una cifra stilistica e acustica che abbiamo davvero molto apprezzato).
Per viaggiare “alla spina” – Sulla 408 sono disponibili due motorizzazioni ibride plug-in: la 225 e-EAT8 (quella del nostro test drive) con un motore PureTech da 180 CV (132 kW), abbinato a un motore elettrico da 110 CV (81 kW), gestiti entrambi da un cambio automatico a 8 rapporti e la 180 e-EAT8, con un motore PureTech da 150 CV (110 kW). La batteria agli ioni di litio ha in entrambi i casi una capacità di 12,4 kwh e una potenza di 102 kW. Due i tipi di caricatori disponibili: quello di serie, un monofase da 3,7 kW, o in opzione a pagamento un caricatore monofase da 7,4 kW, che dimezza i tempi di ricarica. Con una Wallbox (32 A) il caricatore da 7,4 kW permette una ricarica veloce e completa in 1h.40′, mentre nel con quello base possono anche bastare 4 ore per riavere a disposizione i nostri 50 km in solo elettrico.
Facciamo i conti – Se partiamo da una 1.2 PureTech CV Allure, una versione già molto ricca in quanto a dotazioni, è sufficiente staccare un assegno di 33.800 euro e siamo al volante di un’auto con un turbo-benzina di “soli” 130 CV ma sempre pronto, fluido e abbastanza grintoso. Per il 1.6 Plug-in Hybrid 224 CV GT che abbiamo messo alla striglia, di euro ce ne vogliono 48.700. Ma se stavamo cercando proprio il fastback col simbolo del Leone, con i due spoilerini a “orecchie di gatto” (così le chiamano francesi) che spuntano sul lunotto posteriore, allora non c’è dubbio: tutti quei “piccioli” li abbiamo spesi bene.