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Allarme Tesla, i volanti si possono staccare. Richiamo in arrivo

allarme tesla, i volanti si possono staccare. richiamo in arrivo

Allarme Tesla, i volanti si possono staccare. Richiamo in arrivo

ROMA – Non c’è pace per Tesla e per il suo maggiore azionista Elon Musk. L’ agenzia per la sicurezza stradale negli Stati Uniti (Nhtsa) ha aperto un’indagine sul Suv Model Y di Tesla dopo aver ricevuto due denunce sul fatto che i volanti possono staccarsi durante la guida perché manca il bullone di fissaggio al piantone dello sterzo.

Il caso, secondo la National highway traffic safety administration, interessa circa 120.000 vetture, che a questo punto potrebbero essere richiamate per i controlli e le modifiche del caso. Se tutto questo verrà confermato, il marchio americano, supererebbe quota 2,1 milioni di auto richiamate nel mondo per varie anomalie dal 2021 ad oggi, con 123 richiami totali negli Usa.

Un dato enorme se si pensa che negli ultimi cinque anni Tesla ha prodotto 4 milioni di vetture circa e nel 2022 ha venduto globalmente 1,3 milioni di auto. E quello passato è stato un anno di vendite record per il brand Usa (nonostante in Borsa il titolo abbia perso circa il 60% del proprio valore), culminato con un ultimo trimestre a tutta velocità con 405.278 modelli venduti.

Ovviamente non tutti i richiami imposti a Tesla dalle autorità Usa sono stati legati a problemi importanti in grado di compromettere la sicurezza di veicoli e passeggeri e sono stati risolti con aggiornamenti del software. Ma molti sì. L’indagine sul Model Y si aggiunge infatti a una lunga serie di problemi che Tesla sta avendo con l’agenzia per la sicurezza stradale degli Stati Uniti. Negli ultimi tre anni nel mirino della Nhtsa è finito soprattutto il sistema di assistenza alla guida “Autopilot”, dato che almeno 14 Tesla che lo utilizzavano si sono schiantate contro veicoli fermi. E l’agenzia sta verificando anche 35 incidenti in cui sono state coinvolte delle Tesla “sospettate” di utilizzare sistemi automatizzati, che hanno provocato la morte di 19 persone, tra le quali due motociclisti.

L’ultimo maxi-richiamo di auto Tesla è stato fatto a febbraio per quasi 363.000 veicoli dotati del software “Full Self-Driving” che sembra poter infrangere le leggi sul traffico ed effettuare manovre non sicure. Ma l’elenco di richiami è lungo e riguarda tutto il mondo. In Cina sono state richiamate 80.000 vetture per problemi con le cinture di sicurezza e il software. Nel settembre del 2022 (dopo aver rischiato di dover richiamare 830.000 vetture negli Usa per le indagini sugli incidenti) Tesla ha dovuto effettuare un richiamo virtuale aggiornando il software di 1,1 milioni di auto vendute negli Stati Uniti per un malfunzionamento dei finestrini. Un anno fa 500 mila fra Model 3 e Model S erano state richiamate per problemi al cofano motore e alla retrocamera per il parcheggio, mentre a inizio 2021 la Nhtsa aveva chiesto di richiamare 158 mila Model S e Model X per un guasto alla centralina di gestione del sistema multimediale.

In totale circa 2 milioni di auto richiamate, cui adesso potrebbero aggiungersi altre 120 mila Model Y. Numeri non brillanti per un marchio che comunque rappresenta un sogno green e di sostenibilità e che potrebbero farsi sentire sugli umori dei potenziali clienti, nonostante i tentativi di Musk di rendere meno elitaria la Tesla, tagliando i prezzi di listino e introducendo un modello low cost la Model 2 da soli 25 mila dollari (alla quale però non ha fatto cenno all’Investor day 2023 lo scorso 1 marzo). Tornato a fine febbraio l’uomo più ricco del mondo proprio grazie alla ripresa del titolo Tesla da gennaio dopo un disastroso 2022, Elon Musk in seguito all’acquisto di Twitter per 44 miliardi e alle forti polemiche sulla sua gestione e sui tagli del personale (sceso da 7.500 a 2.000 unità), sembra aver perso un po’ del suo tocco magico.  E, soprattutto, sembra considerato meno “cool” agli occhi del mondo.

Un giudizio legato probabilmente anche alle sue scelte politiche, ultimamente in aperto contrasto con il mondo “liberal”, che rischia però di investire anche Tesla, cui potrebbe non bastare la promozione di Tom Zhu a (secondo) uomo forte della società per salvarsi. E i primi effetti di questo si sono visti all’ultimo Superbowl, la finalissima della Nfl, il campionato di football americano, uno degli eventi più seguiti del pianeta, con circa 125 milioni di telespettatori in diretta in tutto il mondo e, di conseguenza, con gli spot più cari e più seguiti dell’anno. E una di queste pubblicità era una “pubblicità contro”: contro Tesla.

Lo spot firmato Dawn Project e nato da un’idea di Don O’Dowd, storico oppositore di Musk, era diretto contro l’autopilot di Tesla, definito “una minaccia per la sicurezza” ed elencava la serie di problemi riscontrati dal sistema (e, come sottolineato, nel mirino della Nhtsa). Una pubblicità altamente negativa, che ora sarà sicuramente rilanciata dai nuovi problemi del Suv Model Y.

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