- Adesso solo lingua ufficiale (di default)
- Bisogna selezionare la lingua
- Quasi stranieri a casa nostra…
BASSANESE – Un attacco all’autonomia, magari differenziata? Non pare si tratti di questo, ma il dialetto al distributore è sparito. Prima la colonnina parlava in vernacolo in automatico, adesso è tornato a spiccicare un perfetto italiano, deludendo il cliente che si aspettava di ascoltare la cantilena del suo territorio. Con quel che costa un pieno di questi tempi, era una mezza consolazione. La cassa automatica gli diceva, con la voce di una gentile signora, ad esempio: «Meti dentro i schei, tira fora a carta, scrivi el codice e struca el botòn verde».
Adesso solo lingua ufficiale (di default)
Invece adesso niente, il distributore self parla in lingua ufficiale. Se vuoi sentire il dialetto chiami l’addetto per il “servito”, ma ti costa una cifra in più per ogmi litro. Un salasso da evitare. «L’hanno tolta, la lingua dialettale, perché c’è stata una denuncia» ci dicono a un distributore Eni della zona di Bassano del Grappa. Ah sì? E chi ha denunciato, un purista della lingua italiana che si è sentito depauperato dei suoi diritti nazionali? «No lo savemo, ma ghe xe sta na denuncia, e proprio qua in Veneto» dice il benzinaio, accompagnando la frase, in dialetto stavolta, con un gesto eloquente, molto veneto pure quello.
Bisogna selezionare la lingua
La slide pubblicitaria che promuove il distributore in lingua dialettale. Si vedono esempi in dialetti diversi (dal sito eni.com)
Quasi stranieri a casa nostra…
Ma adesso, in sostanza, in questa seconda fase operativa, il dialetto è ritornato sotto traccia. Bisogna selezionarlo, alla pompa, se si intende sentirlo. Cosa un po’ meno divertente di prima, ma che non farà arrabbiare nessun purista della lingua italiana. Anche il cittadino veneto (come quello lombardo, friulano, trentino, romano, napoletano, sardo o siciliano) viene trattato adesso alla stregua di uno straniero, di un tedesco, un inglese o un francese che selezionano la loro lingua madre. Un destino che accomuna, a circa 1750 stazioni Eni in Italia, tutti i dialetti e tutti i clienti. Insomma, alla fine, una grande prova di unità nazionale, all’insegna delle lingue regionali. Pur nelle differenze che ci sono.