Africa Eco Race 22. D7. Mano vincente di Svitko a Akjoujt! [GALLERY e VIDEO]
Jean Louis Schlesser l’aveva annunciato con dovizia di particolari, apparsi al momento del briefing terrificanti, nonostante il benvenuto del ministro del Turismo della Repubblica di Mauritania in visita al bivacco di Chami, il quale si prodigato nel dipingere a toni pestello il suo Paese.
La Speciale porta a Akjoujt dopo aver lasciato Chami, e si inoltra all’interno del Sahara. 470 chilometri di sofferenza annunciata e con la sorpresa del giorno. Stefan Svitko, KTM, gioca la sua carta più forte e vince la tappa, distanziando l’ormai ex leader Maurizio Gerini, per parte sua non nella giornata più fortunata. Le dinamiche della Speciale virano ben presto a favore del Pilota slovacco, e l’Italiano non può far altro, alla fine, che cercare di limitare i danni. Gerini lo ammette sinceramente: “Ai Rally-Raid arrivi con due sacchi. Un giorno le dai e un giorno le prendi. Oggi le ho prese di santa ragione. Svitko è stato più veloce!”
Non era finita e, dopo il rifornimento, Gerini ha dato fondo alla sua bravura ed è riuscito a riprendere l’avversario sul lungo tratto di cordoni di dune. Nel finale della tappa, su piste decisamente veloci, nuovo rovesciamento di fronte. Svitko vola via e si riprende il vantaggio, questa volta offertogli da una moto ufficiale che, probabilmente, ne ha di più. Beninsteso, questa è una circostanza, non una giustificazione o una recriminazione. Ricordate la premessa chiarificatrice dell’onesto e sportivissimo Gerini. Gerini perde così sei minuti e mezzo e la leadership di Africa Eco Race. Ora è secondo a 3 minuti e tre quarti da Stefan Svitko, nuovo leader. L’operazione dell’italiano non è impossibile, ma niente affatto facile.
La dimensione dell’impegno richiesto dalla settima Tappa di Africa Eco Race ci è offerta dalle performance di Xavier Flick e Alessandro Botturi (e Pol Tarres). Il francese, vincitore dell’ultima tappa in Marocco, ha pagato pesantemente l’errore di navigazione e ha tagliato il traguardo quasi 40 dopo i velocissimi battistrada, dietro anche al norvegese Pal Anders Ullevalseter, e questo è il certificato di difficoltà di navigazione del Rally to Dakar. Il Gigante di Lumezzane, e il suo alter ego spagnolo, invece, sono arrivati a destinazione oltre un’ora dopo i vincitori. La Yamaha Ténéré 700 in prova si è dimostrata all’altezza delle peggiori sabbie della Mauritania, al prezzo, tuttavia, di un impegno di guida notevole. Che poi qui si tratta di validare lo sviluppo della Moto, e in questo senso la giornata può essere considerata positiva (termine che definisce uno stato d’animo effettivamente soddisfacente per un Pilota di medio livello, però alla tipica ammissione a bocca storta di un Campione). Avanti, c’è ancora tempo dimostrare.
Ottava Tappa, ancora un impegno notevole, e non c’era che da aspettarselo. La fortuna si prende cura, invece, delle assistenze. La Speciale, infatti, tracciata nel Deserto attorno a Akjoujt, è un anello di 447 chilometri, partenza e arrivo al bivacco. Camion e furgoni, invece, se ne stanno al bivacco. Jean Louis Schlesser si raccomanda: “Be careful!”
In collaborazione con Automoto.it