Africa Eco Race 22. D2, Tagounite. Il Giorno del Gigante [VIDEO]
Tagounite, Marocco, 19 Ottobre. Da dove iniziamo, dalla bellissima ma in qualche modo sorprendente vittoria di Alessandro Botturi, o dalla bellezza dell’Africa vissuta alla velocità di Rally, la velocità di Africa Eco Race?
Bene, qui la Ténéré 700 è venuta per sperimentare e per raccontare attraverso le proprie prestazioni una vocazione radicalmente diversa. Ricordate quando, a febbraio, Yamaha annunciò il ritiro delle proprie moto ufficiali dalla Dakar e dai Rally di Campionato del Mondo? Ecco, sicuro ricorderete anche che la notizia fece scalpore. La Casa che aveva iniziato la storia da protagonista, vincendo le prime due edizione della Madre dei Rally-Raid stava dando forfait, da non credere. Meno male che tra le righe della disperazione c’era il segnale salvatore, quel barlume di speranza di non essere abbandonati.
Botturi stava sviluppando in gran segreto una moto che avrebbe dovuto stare in mezzo, non più un’esasperazione da corsa e nemmeno una disperazione per uso esclusivo da strade levigate. Nasceva un nuovo concetto di Moto Adventure. E finalmente, sono i giorni nostri, quel progetto sviluppato e provato in Tunisia si iscrive con due esemplari ad Africa Eco Race. Una va nelle mani del suo co-creatore, se così possiamo spingerci a dire, e l’altra al funambolico talento spagnolo nipote di uno dei fuoriclasse storici dell’arte del Trial, Pol Tarres.
Ecco perché la vittoria di Botturi deve apparire sorprendente. Di fatto è frutto più del ritmo e del piacere di scorrere il deserto che di un attacco vero e proprio. Ritmicamente tra i primi fino a pochi chilometri dalla fine, finalmente Alessandro ha visto laggiù, in fondo alla valle, la polvere dei battistrada. “Ci provo!” Fino a quel momento la posizione era stata costruita sul ritmo e sulla refrattarietà agli errori, almeno quelli di una certa importanza. E si capisce, quando mancano pochi chilometri alla fine e se ne intravede la possibilità, ecco, se permettete l’indole del Campione salta fuori e deve essere lasciata libera.
Vince dunque Botturi, terzo è il bravissimo Xavier Flick, secondo Stefan Svitko, il Pilota della Repubblica Ceka che passa al comando del Rally della dinastia Schlesser dopo due giorni. Botturi è alto anche nella generale, e Gerini, il vincitore della tappa inaugurale sceso al quarto posto, deve solo ringraziare la buona stella che lo accompagna. Ha rotto il perno del forcellone della sua Husqvarna, ed è riuscito a tagliare il traguardo a zampate e fiumi di sudore freddo. È il caso di dire che il Rally non perdona e non è mai troppo indulgente. Soprattutto in Africa, dove torna il mito del Pilota contro la Natura.
Il bivacco di Tagounite è un bersaglio forte. La tappa, durissima. Ormai lo si è capito, il Rally è caratterizzata dalla difficile navigazione, uno dei leit motiv di Africa Eco Race. Il Rally ha attraversato alcuni dei punti cospicui che hanno legato il Paese alla passione per il Deserto, Er Rachidia, Erfoud, rotta a Merzouga e Ovest verso Zagora. Cordoni di dune, altopiani velocissimi e fondo valle di canyon intricati, i palmeti di una affascinante oasi dietro l’altra. Quando si arriva nella quiete di Tagounit si è fatto il pieno di Africa, eppure si sa che è ancora e solo l’inizio. Africa Eco Race è una promessa di fascino in tre dosi, tutte forti. Il Marocco sta scorrendo veloce sotto le ruote, cambiano i paesaggi, terreni e vegetazione si alternano così velocemente, come nel caleidoscopio dei Rally. Poi verranno la Mauritania e il Senegal.
Siamo ancora qui, soddisfatti dalla prestazione di Lucio Belluschi, colpiti dalla tripletta tutta italiana che unisce Paolo Bellini, Massimiliano Guerrini e la stupefacente Francesca Gasperi, 14ma assoluti, che arriva la mazzata sul Rally. Armindo Carreiras Neves, portoghese in corsa con la SWM numero 123, è morto a pochi chilometri dal traguardo di Tagounite. Ne parliamo in altra parte del giornale, intanto ci fermiamo qui.
© Immagini Africa Eco Race – Alessio Corradini
In collaborazione con Automoto.it