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2035 – Così nasce le-fuel della Porsche – VIDEO

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2035 – Così nasce le-fuel della Porsche – VIDEO

Puntando i piedi un po’ all’ultimo minuto, la Germania è riuscita a far accettare dall’Unione Europea gli e-fuel come soluzione alternativa alle vetture elettriche a partire dal 2035. Ma come si producono esattamente questi combustibili sintetici? E come si comportano le auto che li utilizzano? Per capirlo meglio siamo andati a visitare l’impianto pilota che la Porsche ha realizzato nell’estremità meridionale del Cile, investendo parecchie decine di milioni di euro in una società locale specializzata del settore.

Mondo lontano. La scelta della Casa di Stoccarda e della Hif Global, azienda cilena nella quale il costruttore tedesco ha investito 75 milioni di euro, è caduta su Punta Arenas, una piccola cittadina affacciata sullo Stretto di Magellano. Una località, dunque, distante da tutto, spersa in fondo alla Patagonia, ma dotata di due risorse che, come vedremo, sono fondamentali per la produzione dell’e-fuel: il vento e l’acqua di mare. Con il primo, che qui soffia per 270 giorni l’anno con raffiche che possono arrivare a 120 km/h, grazie alle pale eoliche si produce elettricità pulita, cioè non ottenuta da fonti fossili: e il processo produttivo dei carburanti sintetici ne richiede grandi quantità. Lo stesso dicasi per l’acqua, qui resa disponibile dai due vicini oceani: una volta desalinizzata, fornisce la materia prima per la fabbricazione dell’e-fuel senza sottrarre risorse a quella potabile, un bene prezioso.

Come funziona. Il processo di produzione dell’e-fuel inizia con un procedimento comune, detto elettrolisi, che serve a separare nell’acqua (H2O) l’ossigeno dall’idrogeno: quest’ultimo si raduna intorno al catodo (il polo negativo). Per ogni litro di e-fuel che si vuole ottenere, ne servono due di acqua. Poi, occorre procurarsi l’anidride carbonica, catturandola dall’aria spinta con grandi ventilatori attraverso dei filtri che la trattengono. Miscelando idrogeno, anidride carbonica e alcune sostanze catalizzatrici, si ottiene l’e-metanolo, già di per sé utile per usi industriali o per alimentare i motori della navi che trasporteranno l’e-fuel. Una lavorazione successiva, che la fabbrica di Hif Global e Porsche effettua con procedure brevettate dal partener ExxonMobil, consente di trasformare l’e-metanolo in e-kerosene, adatto agli aerei, e nell’e-fuel, idoneo per i motori delle auto. Che non richiedono modifiche, avendo il prodotto lo stesso numero di ottani della benzina.

La prova. Ma come va un’auto alimentata con l’e-fuel? Esattamente come una a benzina: lo abbiamo constatato guidando per diverse centinaia di chilometri sulle strade della Patagonia cilena due esemplari di Porsche, una Panamera 4.0 Turbo S E-Hybrid e una 2.9 4 Platinum Edition. Nessuna difficoltà di messa in moto, nessuna incertezza di funzionamento, nessuna percepibile differenza di performance. E un bilancio di emissioni di CO2 quasi a zero, ché quella allo scarico è praticamente pari alla quantità catturata dall’aria. Con il vantaggio di ridurre il rilascio di altre sostanze nocive, come il particolato.

Le prospettive. Quello della Porsche di Punta Arenas è un impianto pilota, in grado di produrre 130 mila litri di e-fuel da utilizzare a scopi dimostrativi (per esempio, per le gare della Mobil 1 Supercup), ma la struttura definitiva, che sorgerà a qualche chilometro di distanza avvicinandosi al mare, arriverà a sfornare 550 milioni di litri di combustibile sintetico nel 2027. Il tutto, utilizzando energia pulita grazie all’installazione di una sessantina di pale eoliche, al posto dell’unica attuale.

Il futuro. A che cosa servirà l’e-fuel? La sua produzione non potrà avvenire in enormi quantitativi, visti anche i costi al momento piuttosto elevati dell’operazione, ma è certo che i combustibili sintetici potranno dare un contributo significativi alla decarbonizzazione dei trasporti, se utilizzati per alimentare i veicoli con motore a combustione oggi circolanti che, nel mondo, sono 1,3 miliardi. E, soprattutto, potrebbero consentire di prolungare le vendite in Europa delle auto con propulsore termico oltre il 2035. Che è quello che chiede all’UE la Germania.

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